Scritto da © Bruno Amore - Lun, 22/03/2010 - 11:05
Un piatto di pasta.
ora che tutte le foglie
stanno per lasciare il ramo
che quelle vecchie sono
dei miei lombi state humus
e questo vento non diraderà
i nembi i lampi che della tempesta
corredo fanno e ancora danno
non mi aspetto alcuna pasqua (*)
resto nel mio solo senza lagno
contento di quello che resta
del piatto di pasta
poco condito
che mi tocca.
* nel senso di Pesach = liberazione.
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Scritto da © Alexis - Lun, 22/03/2010 - 10:07
Evanescenza
E sono essere evanescente
fra le pieghe dei giorni, dei soli,
delle nuvole che scorrono
sull'immensa distesa
di un cielo al tramonto.
fra le pieghe dei giorni, dei soli,
delle nuvole che scorrono
sull'immensa distesa
di un cielo al tramonto.
Alexis
21.03.2010
21.03.2010
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Scritto da © fantasia - Lun, 22/03/2010 - 10:05
Il ragazzo che gioca con me
Il mio ragazzo mi conduce lontano
sulle note di una canzone
tra i versi di una poesia
gioca ride soffre
vola con le parole e le note
fa sue passioni e ricordi
emozioni e bugie
sogna e fa sognare
Aspetto le sue parole come carezze
calde ne bevo insaziabile
il suo nome nel mio respiro
sulle labbra salmastre
e gioco con lui
con la sua fantasia
e la mia follia
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Scritto da © Franco Pucci - Lun, 22/03/2010 - 06:58
Ebb tide.
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Scritto da © Marika - Dom, 21/03/2010 - 22:32
Dove è poesia
Dove muta riposa la luna
e abitano i sogni nati
da cuori songhiozzanti
Dove è musica una carezza
fatta di zucchero filato
Là,dove gridano silenzi
distese di amanti
in prati abbandonati
Qui,dove brucia il tempo
e si rinnova la speranza
da un sogno che duole
e da un'illusione che muore
E' qui che prendo il mondo
e lo restituisco in versi
Una volta finito il gioco
si riprende fiato
si rilegge la bianca pagina
di una vita che sbriciola certezze
A mani conserte ripongo i segreti
per sussurrarli al prossimo vento
e inondo con canti e lodi
i vuoti nascosti del mio sentire
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Scritto da © MaLaLingua - Dom, 21/03/2010 - 22:12
a strappi
Vorrei rinascere
nell'attimo esatto
del tuo ultimo bacio
che era ancora inverno
Perchè ora il mio sangue è polline
e non so più scrivere
nè respirare amore
ma solo tossire a strappi
nell'attimo esatto
del tuo ultimo bacio
che era ancora inverno
Perchè ora il mio sangue è polline
e non so più scrivere
nè respirare amore
ma solo tossire a strappi
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Scritto da © Anonimo - Dom, 21/03/2010 - 20:26
Me ne vado!
Era lì, seduto sui calcagni. Quasi stanco e non per gli anni. Gli anni: settanta forse, certo non di meno; intorno, un cerchio di bambini appena puberi: qualcuno anche meno.
- Dai, tira! Tocca a te. - I bambini sono tutti ansiosi. Vanno di fretta e la suspence non li aggrada. Hanno tempo, ma pure tanta corsa: grandi subito o altrimenti sempre infanti.
Lui, invece, calmo; convinto che nulla potesse più sottrargli la ragione dell’età. Abile nel rubare qualche spazio con scuse assurde e discussioni taciute a suon di “me ne vado!”
Più piccolo dei piccoli, più corto di vita di quelli appena nati, poggiava l’indice della mano opposta al tiro nel punto di lancio, col braccio che nel tendersi spingeva la spalla in avanti a guadagnare centimetri, perchè la distanza nell‘abbreviarsi rendesse più precisa la direzione da imprimere verso la buca e il rilascio sapiente della biglia alla fine dello slancio.
Non potevano notare quella furbizia: era naturale!, tanto da averlo salvato da tre guerre infami e da chissà quali tempeste di gioventù. Non ce lo volle dire mai, forse perché il buio della vita lo si tace al cuore chiaro dei bambini.
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Scritto da © Alexis - Dom, 21/03/2010 - 17:48
Ode ad Athena
O Dea,
nel divino sguardo assorta,
contempli dall' Olimpo
il cammino di noi umani.
Il tuo cuore caldo
batte dietro vitrei occhi impassibili,
il tuo petto impazza,
ma compostezza e orgoglio
incatenano la tua Anima.
Perchè, o Pallade,
ostinata è la tua fronte
e contorto il tuo sorriso?
Liberati, o Athena,
dalla coltre della coscienza,
sappi, come Ninfa,
godere dei frutti di Gea,
abbandonati a Sonno,
di cui Zeus è timorato
e lasciati incantare dalle melodie di Morfeo.
Riposa, o dolce Dea,
torna bambina
e ridona al tuo cuore la spensieratezza
che Fato recise al tuo primo vagito.
nel divino sguardo assorta,
contempli dall' Olimpo
il cammino di noi umani.
Il tuo cuore caldo
batte dietro vitrei occhi impassibili,
il tuo petto impazza,
ma compostezza e orgoglio
incatenano la tua Anima.
Perchè, o Pallade,
ostinata è la tua fronte
e contorto il tuo sorriso?
Liberati, o Athena,
dalla coltre della coscienza,
sappi, come Ninfa,
godere dei frutti di Gea,
abbandonati a Sonno,
di cui Zeus è timorato
e lasciati incantare dalle melodie di Morfeo.
Riposa, o dolce Dea,
torna bambina
e ridona al tuo cuore la spensieratezza
che Fato recise al tuo primo vagito.
Alexis
13.01.2009
13.01.2009
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Scritto da © taglioavvenuto - Dom, 21/03/2010 - 16:44
Red over pink
La pesca, traslucida
che irrompe, scolora la notte
da suono
epitelio di sangue sottile
semplice improvvisa le sue danze
tra mani rilascia fiori
primavere di natura madre, quei frutti
tra foglie tenere
discorsi stillati
solitudini
placate di vento ed autunni
confonde di rosa sbocciati in bocca
così l'uno
il due
mark rothko: red over pink
J.S. Bach, Allemande,VI;
Claudio Ronco, violoncelle baroque
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Scritto da © ariele57 - Dom, 21/03/2010 - 16:37
m'assedio sfinita
Finalmente pin
m'arrendo
il tuo fresco riso
è la migliore arma
per combattermi
e sta con me
gemma primavera
ascoltandoti.
si è bruscamente risvegliata
e del sole ha aumentato i watt.
o mio zuccherino dolce
mi sciolgo
a quel suono allegro che fai,
fai domino.
si ripercuote tutto
e mulinello i fianchi
al ritmo di un flamenco.
ma non ho più vent 'anni
e le colonne che impediscono
a vista l'accesso alla porta del tempio ,tremano,
come se un terremoto
interno e burlesco
volesse corromperle,
indecise sussultano
e in brividi raccolgono gocce fin sulle caviglie.
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