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Anime

Anime nude,
come case bruciate
ed in fretta abbandonate.
Di brace e di fuoco
é fatto il loro cammino,
di cancelli chiusi
e di porte sbarrate.
Finché,
una scintilla portata dal vento
si posa su di un’altra anima
incendiandola.
…allora
l’incendio non potrà
più essere domato. 

Una storia, incredibile, di guerra.

 
 
Passava il fronte, così si diceva e si dice ancora. I tedeschi che risalivano, memoria di altro più vecchio simile evento, lo stivale in ritirata, verso casa loro, di là dalle Alpi, così proditoriamente e baldanzosamente valicate, incalzati qui e richiamati in patria a tentare una difesa che si annunciava drammatica: fronte russo, fronte occidentale.
I convogli : uomini, automezzi, armamenti leggeri e logistici, prevalentemente di notte, per sfuggire alla ricognizione aerea alleata, su strade secondarie tra monti e boschi, si allungano in file lente silenziose, sospettose e vigili e, a mano a mano che veniva superato un manufatto, per ritardare la marcia dei possibili inseguitori, veniva minato e fatto saltare, distrutto, alle loro spalle. Il passaggio poteva durare giorni e notti, sotto gli occhi dei bambini, delle donne e degli anziani: gli uomini validi, si tenevano a debita distanza per tema di rappresaglie.
Quando gli ultimi mezzi ebbero superato l'abitato di Orciatico (PI), la squadra artificieri del reparto, cominciò ad approntare le cariche alla base dei caseggiati prospicienti la strada rotabile-carrabile e le donne e qualche anziano, con aria sgomenta, intuendo la tragedia, mandavano lamenti e pianti, ovviamente inascoltati e loro allontanati con incomprensibili parole per difficoltà di lingua.

Lo so.

Si nasce con un sorriso
e si muore
con una coscienza.
 

Amplesso

Viene su il tramonto che
persi i chiarori i colori del giorno
si spande di carminio e giallo
fa esplodere un arancio infuocato
e mi invita al torpore del riposo
verso la notte.
Tu mi copri d’un lenzuolo
di quel colore, di seta leggera
come un refolo d’aria estiva.
Mi baci le caviglie le cosce
i glutei contratti dal piacere
la schiena le spalle e ti lasci
su me dandomi il tepore del corpo.
Mi parli dolce all’orecchio
e i capelli sciolti lunghi setosi
mi accarezzano il viso
e vado in deliquio
dietro il tuo sorriso.
 

Sarò te e tu me

Quando ci prendevamo
anche in modo spiccio
in preda alla voglia di
sentirci dentro uno all’altro
e in un lampo fulmineo
tutta l’energia liquefaceva e
sorridevamo col fiato grosso
io ti leccavo il collo
e tu la fronte imperlata.
Se dicono non può bastare
vivere così per sempre
io che ti voglio tu mi vuoi
il mondo vada a farsi fottere
e baciamoci ancora a lungo
che sarò te e tu me, ancora.
 
 

Le mie creature

Le mie creature le ho messe in vetrina
modeste alcune altre meno e
tutte contengono un po’ di me.
Stanno sul banco virtuale
alla rinfusa neppure sole e vento
con poco interesse rovistate
da chi cerca molto e altro ancora
anche tra tomi ambiti per l’età residui
prose poesie d’altre realtà invendute
giacenti comunque nella teca
nel silenzio e nel clamore che li annega.
Non cerco mi si dica
tu sei bravo ne com’è bello il tuo verso
solo una carezza con gli occhi hai da lasciare
e un cenno si, per affinità
compreso dalla vena mia.
E poi vai non mi cale dove
io cerco di me piccole prove
nel tuo cuore nel suo o altrove
m’è essenziale sapere che ci sono
ad altri lasciare qualche dono.
 

Libellule

Non scriverò più il tuo nome
sulla sabbia rovente
il vento l’ha già portato via
Le mie parole non dette
rimaste sospese su un albero
spoglio
povere foglie inanimate
senza più sorrisi
e vanno
vanno a disperdersi
dove muoiono le libellule
crocifisse senza colpa

ad ali spiegate

Ricordi della guerra

Intanto grazie a Manuela per aver dato visibilità al mio straordinario"Laboratorio" rivolese. Poi alla mie età, viene voglia di raccontarvi ricordi lontani     
Spesso tra le notizie che il telegiornale ci propone apprendiamo che in, zone di guerra, sono stati bombardati civili per errore. Non posso non ricordare di aver vissuto una situazione simile.
 
      Seconda guerra mondiale  1943. Dopo il famoso armistiszio dell’8 settembre gli alleati vennero su per la nostra Italia dalla Sicilia su per la Calabria, Puglie e il primo fronte organizzato dai tedeschi per fermare l’avanzata è stato sul Trigno al confine con l’Abruzzo proprio nel mio paese San Salvo. Nell’imminenza dello scontro i tedeschi ci hanno fatto evacuare da San Savo verso nord. Noi siamo andati a Cupello dove mia madre aveva dei parenti. Di questo troverò dei foglietti e ne racconterò quando li trovo. Quello che volevo dire ora è che noi eravamo sfollati a Cupello per non essere sulla linea del fronte ma da lì si assisteva e si sentiva i cannoggiamenti e spesso si assisteva a duelli aerei tra i due contendenti.
     Una mattina tutti assistemmo al sorvolamento di due aerei da ricognizione che si abbassavano sul paese e poi rialzandosi si allontanavano.
     Al mattino dopo ci accorgemmo che i tedeschi erano spariti. Nessuno più nelle cucine che erano di fianco a noi, nessuno più nel palazzo dove c’era il comando tedesco e ci era sembrato un buon segno pensando che erano in arrivo gli alleati.

i miei alberi

 
 
 
 
ditemi, che i miei alberi hanno ancora voglia di mordere il cielo e danzare col vento
 
Odo Tinteri
 
 

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L'ocellot ©Salvador Sabater
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