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E' quasi giorno.

è quasi giorno e non se ne va la notte
testarda rimane e confonde i ricordi
di troppe ore consumate inutilmente
e disperatamente vomitate nel buio
 
è quasi giorno e il vento sulle imposte
danza al ritmo di un antico cigolio
lo aspetto mentre attraverso i vetri
guardo la mia ombra che si allontana
 
é quasi giorno e non se ne va la notte
 

Mi manca

Mi manca un amore
c'è posto nel cuore
per una persona speciale.
Mi manca il calore
lievi carezze
ricevere e dare.
Mi manca dolcezza
di pelle su labbra 
epidermide fremente.
Mi manca morbidezza
da abbracciare nella notte
tepore nel buio di piume.
Mi manca di più non so.
Mi manca sognare.

Passano i giorni

giorni come tomi
non ne aprirò più uno
non leggerò una pagina
un rigo in futuro, li metto
impilati sulla mensola
a raccogliere polvere
nel tempo che mi resta
perché se quelli che ho scorso
non sanno darmi serenità
e mi sembra di aver perso
il tempo a trasportar acqua
con un paniere di vimini
allora siedo sotto una ficaia
aspetto qualche frutto fatto
e se per l'impazienza
memorabile ansia goliardica
qualche volta mi urticherò le labbra
aspetterò di cogliere quello dopo, morbido
appena grinzo con la goccia di ambrosia
e mi addolcirà la bocca più
della solita marmellata.

Corri uomo, corri.

se quello che impariamo dalla strada
poi lo scordiamo lungo la via
 
se al mattino non trovi più rugiada
è il segno della vita che va via
 
se alla sera al tramontar del sole
non scorgi più le rondini in volo
 
vuol dire che alla fine del viaggio
non hai più compagni, sei rimasto solo
 
corri uomo, corri…
 

La storia e le storie

«Io gli credevo. Avevo fiducia in lui. Lui rappresentava la patria, la continuità. Cosa volevi, Maria? Che mi mettessi coi comunisti?»
«Che c’entrano i comunisti? Sempre co’ ‘sti comunisti. Mica c’erano solo i comunisti nella Brigate partigiane. C’erano i bianchi, gli azionisti. E tu? Tu coi badogliani. Con quello. Già dopo Caporetto si sapeva chi era quello. E poi le guerre coloniali, ad ammazzare indigeni con l’iprite. Ma come si fa ad essere Badogliani? Giuseppe, dimmelo, come si fa?»
«Io non lo sapevo. Sapevo che lui era con il re…»
«E già, infatti era con il re, anche quando sono scappati e hanno lasciato Roma indifesa. Gli alleati ci avrebbero protetti e invece no. Hanno pensato solo a mettersi in salvo loro.  E ci hanno lasciato qui, nelle mani dei nazisti. Tu che ne sai? »
«Io lo so. Io ero in montagna, mica a Brindisi con loro. Sarà stato mal consigliato, sai…»
«Si, proprio. Mal consigliato… come Mussolini. Sono sempre mal consigliati questi. Mai una responsabilità personale per le nefandezze che hanno commesso. Lo so che eri in montagna. Ma noi eravamo qui, Giovanni ed io. Qui a Roma, coi nazisti che imperversavano. Che ne sai tu?  La città sembrava morta, morta. I nazisti ovunque, come un cancro. Ci difendevamo come potevamo. Sempre a scappare da una casa all’altra, con la paura di essere denunciati.»
«E certo. Io ero altrove. Giovanni ti era vicino…»
«No, non è questo. Troppo facile, Giuseppe. E’ che le scelte definiscono gli uomini. Io non ti amavo più. Non ti stimavo più. Tu hai fatto una scelta, ed io ho fatto la mia»
«Ma che c’entra la politica con l’amore? Noi pensavo di sposarci, di fare dei figli insieme. Tu mi hai tradito. Mi hai tradito: è questa la verità, e basta.»
«C’entra. Quando la storia prende il sopravvento sulle nostre storie personali, c’entra. Io non ti ho tradito. Siete voi badogliani che avete tradito gli italiani.»
E Maria se ne andò, sbattendo la porta. Stavolta per sempre.

 

Baktun

 
Come si chiamerà la notte dell'uomo
da questo palazzo del mistero?
Tiro le fila di questo immaginio
e mi domando
se al muro del pianto
o all'alba dell'appena volato
quando gli angeli scenderanno dal cielo,
cercheremo forse scuse
le prime a venire
oppure
mormoreremo guai,
i motivi per cui,
i più reconditi e tristi pensieri,
o il lamento,
quello dell'eterno
reptante che scoda.

 

Quando gli angeli scenderanno dal cielo,
forse avremo
frottole da enunciare
erette apposta
salvando bibbie su bibbie
che ognuno s'è inventato,
sventolando magari
finti libri neppur mai letti
o anelli preziosi
da elargire appena il buio
compie le prime mosse
o celando altre gioie fasulle
che sempre non vengan mai... a mancare.
Pronti, non ultimo,
a nasconderci nel buco del topo
come sempre mentendo
proferendo perfino
l'ennesima stupida eterna bugia
perfino a se stessi.

 

Quando gli angeli scenderanno dal cielo
viaggeremo di notte
perché la notte sarà il giorno
e Neda distesa per strada nel sangue
nuovamente rialzata
come un ritorno di vento
appena volato sorriderà di nuovo,
e noi, millanta polmoni a fuggire
navi sul mare
sommergibili austeri
tappeti di corda e funi di rame
scelte esaurite
e i piani... più tasti.
Ahimè
saper perdere non fu insegnato. 

 

 
Quando gli angeli
giogheranno la terra,
dei ributtanti la mano
col ghigno sornione
farà impiccare il nostro vicino,
il parente lontano,
il fratello di sangue,
perfino una madre
se fosse essenziale,
salvando i piedi e le scarpe
per lacci e ricordi a stringer paure
del collo appeso...
Ad uccidere pur di rimaner
in qualche modo, vivi.

 

Quando gli angeli scenderanno dal cielo
Getsemani sarà
umanità avvizzita
e il vento uno stupido che sferza il passaggio.
Piaghe profonde aperte
la terra, un mare in tormenta
e le nostre paure... il nulla.
Un immenso fragoroso nulla.
Quando gli angeli cadranno dal cielo
saremo polvere di presagi finiti
oppure sopiti percorsi di vita,

 

 
seppur male... vissuta.

Sembrava Quasi Fosse Una Lotta

Sembrava quasi fosse una lotta
chi per continuare
chi per smettere.

Poi sembrava fosse di più:
uno scontro mortale
tra credere possibile

 
      loripanni               

Spiral Sensuality

Alexis, Spiral Sensuality, tecnica mista su compensato, 2010.
 
Sole d'Oriente.
Maestoso tramonto
d'ebano ed oro.
 
Alexis
26.03.2010
 
Scusate al solito la qualità delle foto che non ho capito perché vengono sempre "effetto botte". Questo disegno/dipinto risale alla scorsa settimana, per realizzarlo ho utilizzato un pennarello marrone per delineare i contorni della figura femminile, la base è a tempera e per le rifiniture mi sono servita di colori a matita (marrone, bianco, giallo). Il supporto è costituito da una base per cornice a giorno, congeniale alle mie ultime esigenze espressive.
Spero possa piacervi nella sua semplicità, sicuramente io lo considero uno dei miei figli più riusciti.
 
Alexis

Dormire o vegliare

c'era un tempo in cui dormire
era partire per lontano
conoscere chi o cosa
non sapevi mai e incontrare
immagini del giorno
e cercare di stamparle
rifilmare inquadrando
più intimamente un vissuto
adattarlo al desiderio
che sempre avevi vivo.
Ora l'ansia di uscire dal sonno
al più presto per tuffarti
nella corrente che tutto
obnubila nasconde falsa
e rende uguale
tranquillamente uguale
a quanto hai sempre detestato.
 

candida

Mi piace pensare di poter fermare il tempo.
Andrei in luoghi arcaici di cui cantano solo le leggende.
Vestita  della mia pelle bianca
E il rivo dei capelli a cadenzarmi i sentori, visiterei l’età dell’oro
Ad Olimpia,
al cospetto del Dio Crono
per chiedergli udienza
e riuscire a fermare così il tempo.
Cantando
Ballando
 
E neanche Zeus ad opporsi
Al mio canto oceanico.
Solo la natura a muoversi con me.
 
E cammino tra l’immobile
sfocio come il sangue tra le arterie della città
Osservo  i volti della gente
Addormentati dallo scatto
Sembrano fotografie o talentuosi istrioni.
Solo il linguaggio paralinguisto
 Per capirne l’anima.
 
Uscendo dalla città
Entro nei quadri paesaggistici
Dimensione aromatizzata dalla benevolenza di flora multicolore.
 
Mi culla la voluttà del vento,
piacevole il fruscio dei miei capelli
sulla schiena e sul collo nudo
sembrano carezze.
Il vento mi accarezza
Sussurra piano
E piano mi risucchia
Cosicchè  io sia vento
E sussurri alla natura
Il mio canto di miele.
 
Il mio viaggio in Feeria
Al biancore della “Fantastica”
 
"le immagini amanite dalla Fantastica sono pure forme
dell'Arte,
le più pregnanti,
imperiture ardono in Sommo Foco
Origo genera, e trae siffatta Archè”
 
In Feeria non vi sono limiti di tempo e spazio.
Sono li ora,
estraniata dal mio attorno nefasto
immersa nel nulla e in tutto
cammino senza mai stancarmi.
 
 

Con me c’è Ligeia
A lei dedico il mio canto

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[Musica, Macondo; Voce, Anna Asophia (Tea) Salis]

 

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