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Nelle mani

  nelle mani e' trattenuto un gesto
una tensione dal gomito alla punta della dita
un fervore inatteso e vitale
privo di turbamento e di malizia
 
come quando nuove foglie nascono dal ramo
srotolandosi e protendendosi alla luce
 
sarà sogno o sarà realtà
o non sarà niente di tutto questo
qualcosa come una pausa fra due note
una soluzione di continuità
: comunque sarà :
 

Alzati diversamente

Alzati, alzati diversamente
nelle palpebre.
Così distesa non cogli l’orizzonte basso,
il taglio che soggiace alla finestra,
il tropico del tramonto.
 
Alzati. Solleva semplicemente un sì.
Semplice come dire t’amo al buio
e fuggire da ogni parallelo. Alzati, andiamo.
Hai fissità che mi allontanano dalla sera.
Sollevati. Alza il mento e deponimi
al di qua del saluto.
 
Alzati,
se ancora non mi hai colto,
sappilo.

Cado

Ho paura di sprofondare
nella nuvola piena
di sogni e timori.
Mi lasciano cadere,
in questo enorme baratro
del mio pensiero.
Scivolo,
è troppo profondo,
non credo di farcela.
Buio, notte infinita,
abbi pietà di me.
Vuoto, enorme vuoto,
abbi cura di me,
rendi la mia caduta un volo.
Brezza,  pura aria,
dammi conforto.
-Tornerai a galla.-
Prima o poi.

Vulcano in festa

E vorrei esplodere
come vulcano in festa,
vestire il mondo dell'arcobaleno
che mi muove dentro.
Vorrei dar forma a quell'amore
di cui la mia anima si nutre,
bevendo dal solo sguardo
di quel ridente sole.
 
Alexis
08.04.2010

D'Aprile

cielo

(foto presa nel web)

E’ un foglio di carta sgualcito

Per me l'Amore

A mio sentire ardue cospirazioni
di volgere nell'immenso etereo amore
tutti aspettano un colpo di benevola fortuna
come se l'Amore fosse qualcosa che ci sovvien da fuori.
Invece da una piccola bimba lo vedi sbocciare
in un sorriso in una carezza in un rosso fuoco del viso...
Per me,che non son poi tanto grande è proprio questo
un fiammifero che parte da dentro con cui accendere il Mondo.
Volerlo è il segreto e ascoltarlo crescerlo come virgulto dentro sè
il natural svolgersi del mistico evento che il divino attua in ognuno di Noi.

Sapere in realtà

sto con le braccia appese
ti leggo e penso
a quanto tempo ho perso
a rincorrere sogni
meteore come astronavi
formicai d'alieni
infantile Achille alle Porte Scee
solitario e pugnace
a improbabili guerre esiziali
mentre la battaglia
era qui nel giorno lungo
d'esistenza glabra.

Epigramma

esistono esaltanti
montagne d'amore
e inutili crateri
di dolore

Una, cento, mille primavere.

abbiamo visto una primavera
periferie cittadine bagnate da soli polverosi
abiti di fresco cotone provocatoriamente indossati
sguardi di giovani innamorate lampeggiare ridenti
 
abbiamo visto cento primavere
passeggiate lungo viali feriti dall’acciaio dei binari
vociare assordante di ragazzotti padroni dei giardini
ricerche affannose di panchine discrete dove amarsi
 
abbiamo visto mille primavere
anime quiete misurare i propri passi in simbiosi perfetta
solitari eremi scoperti anche tra folle di gitanti festosi
mani intrecciate legare indissolubili e comuni destini
 
viviamo adesso questa primavera
due cuori battere all’unisono nonostante il peso degli anni
due corpi cercarsi ancora con la pacatezza dei sensi adulti
rughe felici segnare il ricordo di mille primavere vissute
 

Incipit

c'è un po' di mare in quest'aria azzurra
confinata tra i palazzi
 
arriva da lontano ad onde vaghe
come un sogno

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