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Iridea

 
Fuori bolla la coppola sul cranio
incollata per un nulla ai capelli crespi
che basterebbe meno d'una scoppola
a vederla volare trottola vorticante
subdola... Ma che c'entra Capo Verde?
Di quelle isole immagino spiagge nere.
Vulcaniche, onde ne stringono al collo le coste
di morna strangolandole con saudade.
E'qui ch'è nata Iris: indolenza nel passo
sulla sabbia scura luna luccicante ebano
Iris che affonda il coltello nella pancia
nuda e cruda del pensionato; che volesse lui
stuprarla, lei lo ha sostenuto; Iris che rigira
gli spaghetti in padella, nel salto
rovesciandoli per terra: che così i vermi
ci si ingrassano. Poi avrà anche pianto.
Di certo rideva, intanto che bruciava la cipolla.
Pure che bevesse, lo dicevano. Io so solo
che questa è la prima sera: l'autunno
nelle orecchie ronza trapanando
con strazi e balbuzie fino al cervello.
Senza requie gli acuti assillanti risucchiano
che ci pensi a Capo Verde, al sole, al ritmo lento
del vivere e ad Iris che galleggia vittima
improvvida assassina inebetita
che persino la morte rallenta
dietro le sbarre.

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