Scritto da © voceperduta - Dom, 29/06/2014 - 14:38
Sarebbe stato un nuovo, suggestivo ammaraggio tra gli specchi d'acqua ottenebrati.
Camillo aveve insistito tanto per quell'uscita notturna di snorkerling.
Nonostante le iniziali reticenze, Preziosa era già pronta col boccaglio e la maschera
trasparente.
- Sei sicura di non volere il giubbotto di galleggiamento?-
Preziosa aveva fatto cenno di sì, che almeno quella volta avrebbe provato a stendersi da sola, il muso arricciato verso la catena di fondali.
-Per me non sei pronta;dovremmo prendere in considerazione che la corrente può essere molto gelida la notte, e che...-
Preziosa non riusciva nemmeno più a sentirlo. Aveva imparato presto i segnali manuali di soccorso, nel caso di ipotetici imprevisti. Alza un dito, se il boccaglio è ostruito.
Due, se la vista ti si appanna troppo. Tre, per segnalare che non sopporti più il freddo.
Preziosa si rovesciò in acqua con un saltello rapido dal gommone. Alzò subito le tre dita, ma cominciando a distanziarsi da Camillo, come se quel punto d'appoggio ormai non le bastasse più.
****
Fare l'amore con lui era diventato un compito, una ricorrenza.
Un oceano di suoni e respiri invadenti, privi della consistenza che solo un tuffo nel buio
è capace di trasmettere.
Anche la sera prima, nella camera dell'albergo di Playa Azul, Preziosa si era opposta con melliflua soggezione alle richieste di Camillo.
Ma, come ogni escursione che lui voleva sperimentare, e che lei soddisfava per il semplice gusto di non causare problemi, alla fine si trovarono distesi, le braccia allungate, ogni tanto intorcigliate a simulare un abbraccio che quasi mai si completava.
Perché Camillo nuotava scalmanato e veloce, troppo per la delicata frenesia che Preziosa invece voleva curare, passo dopo passo.
- Vabbè, io vado a tonificarmi un po' in spiaggia. Tu non vieni?-
Preziosa restava inerte fra le lenzuole, sgranate come certe reti da pesca, quando la preda sembra ormai al sicuro, e ci si può allontanare senza temere le ritorsioni della corrente.
***
Camillo attese i soccorsi, avanzando e indietreggiando sulla battigia come un granchio anemico e stanco. L'alba stava per innescare nel cielo quel fiero rituale che lui di solito seguiva abbracciato a una sfuggevole onda marina.
Preziosa stessa andava somigliando a una di quelle corvine di mare, quei pesci all'apparenza tranquilli, ma destinati a isolarsi con la caparbietà dei rapaci.
- E' lei il signore che ci ha chiamati? La ragazza a quale profondità stava?-
Camillo tornò indietro con la mente incendiata dalle ore precedenti.
Si era anch'egli rovesciato in acqua, portando con sé il giubbetto di salvataggio da offrire a Preziosa. L'aveva raggiunta presto, mentre lei scopriva alcune acrobazie che agevolavano la pendenza a livelli più profondi.
Sorpassarono le insidiose rocce sedimentarie, fino a congiungersi a una corrente fredda che si propagava come un ciclone carsico, capace di abbattere ogni forma di vita statica.
Camillo provò un tumulto di paura che non aveva mai avvertito in tutta la sua carriera di esperto snorkeler. Preziosa,invece, salda nella sua andatura fatta di continui volteggi, acciuffò il cuore pulsante di quella corrente, sparendo dietro a una robusta fila di aggressive murene.
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