Scritto da © voceperduta - Mar, 03/12/2019 - 23:54
È muta l’azalea che vestiva il tuo martirio,
un petalo palpita ancora
sulle ciglia svanite in fondo all’imbrunire.
Rincorro le voci di scienziati bianchi
che ridestano i fiori
prima che la mente imbianchi i suoi rami.
La memoria dell’inverno muta i gigli
in gelide forme, i contorni dorati
non raccontano più i silenzi dell’alba.
Rispondono che la cura è fragile brezza,
la valanga divora il sonno e la veglia.
È addormentato il petalo sul cuscino,
intorno ai ricordi il tuo fuggevole cammino.
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