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Il Gabbiano

IL GABBIANO
 
 
 
Mamma, ti ricordi quando da
piccola ti dicevo che avrei voluto essere un
 
gabbiano, si uno di quei
gabbiani che noi vedevamo volare sopra il mare durante le nostre passeggiate
sulla spiaggia.
 
Ero affascinata dal loro
volteggiare e con il dito ti indicavo quelli che man mano si libravano dagli
scogli verso il mare aperto.
 
Tu sorridevi e mi accarezzavi
i capelli, io seguitavo, rassicurata dalla tua
 
carezza, a guardarli e ad
immaginarmi al loro posto chiudendo gli occhi e pensando ai mille riflessi
prodotti dal sole sull’acqua del mare che essi
 
ammiravano.
 
Pensavo è questo il senso
della vita, anche io da grande dovrò librarmi dallo scoglio della mia esistenza
verso il mare aperto della vita.
 
Quando sono diventata grande,
lo sai, l’ho fatto e sono andata a vivere da sola la mia vita, lasciando la
casa che mi aveva vista nascere spinta dal richiamo del mare della vita.
 
Poi, lo sai, mi ero illusa di
avere trovato l’amore ed in quel momento la
 
mia casa mi è sembrata la
nostra casa.
 
Questa è la gioia che avevo
provata, ma poi quello che avevo pensato fosse l’amore, si è sciolto come neve
al sole lasciandomi sola in quella casa che non era più la mia casa.
 
Il pensiero subito ha
rievocato nella mia mente il gabbiano ed ho pensato che anche esso nel suo volo
si allontana dal suo nido e che certe volte si spinge per l’anelito di libertà
oltre le sue forze raggiungendo un punto di non ritorno dal quale cerca invano
di ritornare al suo nido, ma
 
la lontananza ed il vento
spesso contrario lo abbattono stremato sulla
 
superfice del mare, dove
dibattendosi, per qualche istante, trova la sua
 
dolorosa morte.
 
Anche io, mamma, mi sono
spinta nel mare della vita per l’anelito di
 
libertà verso un punto di non
ritorno.
 
Invoco la tua mano che possa
tendersi verso di me per guidare il mio volo verso casa, quella vera dove vi
era una famiglia piena d’amore, ma tu non ci sei più e quella casa ormai è
vuota.
 
Le mie ali sono state tarpate
dal vento della vita e non sono più capace di volare, mi dibatto stanca e
malata ed i bagliori che appaiono sull’acqua
 
prodotti dal sole della vita
mi lasciano insensibile e mi rattristano profondamente.
 
Mamma, voglio dedicarti
l’ultimo mio alito di vita pensando alle tue dolci carezze sui miei capelli
biondi, quella sarà l’ultima immagine che porterò nel cuore, quando avrò dato
l’estremo battito delle mie ali ed esalato l’ultimo respiro.
 
 
 
Vittorio Banda
 
 

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