Scritto da © Raggiodiluna - Sab, 02/07/2011 - 16:45
Il cuore gli batte forte e non sa cosa farsene delle sue braccia, così le tiene incrociate sul tavolo.
"Assaggia"!
Lei gli passa il cucchiaino: sta aspettando. Ci sono tante cose da dire, adesso.
Prima di entrare in casa gli sembrava che si sarebbero esaurite tutte nello spazio che separa l’ingresso dalla cucina. Invece sono stati zitti.
Infila il cucchiaino nella parte bianca della farcitura. Suo padre avrebbe fatto lo stesso.
Il sapore del metallo è la prima cosa che sente, poi c’è solo il dolce che si scioglie sulla lingua e gli sveglia una parte del cervello che credeva addormentata.
“Lo so perché sei venuto” dice lei nello stesso momento in cui lui si toglie il cucchiaino dalla bocca e chiede: “Cos’è?”
-E' la solita crema! Risponde Maria, per prima ,anche se le domande se le sono fatte una sull'altra, lei è più istintiva a rispondere. Stavolta vi ho aggiunto gli amaretti, scricchiolano tra i denti e il gusto è più intenso e croccante.
--Ecco, sentivo qualcosa di familiare nel gusto. Devo dire che sono passati troppi anni... ed è tutto cosi lontano.
Sergio continua a gustarsi la crema, intanto i suoi occhi si girano intorno e osservano la casa. Tutto è come prima, guarda il corridoio, sembra ancora più lungo, dalla cucina alla sua camera era un gioco, quando da bambino faceva le rincorse per poi scivolare dritto fin sotto il letto e Maria non lo trovava mai.
Rientrare in questa casa per lui non è stato facile. Troppi ricordi! Dopo la perdita del padre tutto il suo passato si era sepolto con lui tra quelle mura che ora osserva e le riconosce identiche a dieci anni prima.
La porticina della dispensa è li, semichiusa, come allora, per via della maniglia rotta, dentro è sempre buio, non vi sono finestre e il tanfo di muffa copre tutti gli altri odori.
Il salotto, stile vecchia america, ha un po' perso il colore originale ma le rose del tessuto sono ancora vivaci come allora, quando era festa stare tutti insieme, la sera.
Sergio fa fatica, sente i suoi occhi reprimere il pianto mentre continua a scavare col cucchiaio l'ultimo strato di crema. Maria capisce il suo stato d'animo e lo distrae con qualche notizia leggera sui nuovi vicini e sulla cagnolina Tilly che ha fatto 4 cuccioli, poi lo guarda e dice: Guarda, siamo ancora uguali, non credi? - Si!
Si osserva allo specchio della credenza e per lui è facile non stupirsi di tanta somiglianza. Per due gemelli specchiarsi nei propri volti è normale.
Incontrarsi era necessario, cosi era stata lei a volerlo , malgrado sapesse quanto fosse doloroso, per suo fratello, ritornare nella casa dove era stato felice e dove ora a sopravvivere erano solo i ricordi.
Sergio era sempre stato più fragile di sua sorella gemella, le difficoltà della vita non le aveva superate come lei, aveva anche avuto bisogno di un aiuto psicologico per ritrovare un po’ di equilibrio dopo la disgrazia della madre e successivamente la morte del padre che era diventato, per lui, l’unica sicurezza.
La mamma adesso vive con Maria, ed è lei, da sola, a prendersi cura di tutto, ha chiamato il fratello, ha bisogno di lui, devono decidere insieme perché le cure in casa non sono più sufficienti e devono trasferirla in una clinica. Osserva quella minuscola donna sul letto, lo sguardo assente, le mani che stringono il lembo del lenzuolo come fosse un sostegno. Le si avvicina e finalmente la guarda, in quegli occhi c’è il velo della sofferenza, l’abbandono alla vita, la rinuncia. Sergio stava per diventare come lei.
Fa un cenno a Maria, mentre posa sul tavolo il cucchiaino che aveva tenuto in mano, le chiede il numero del Dottor Guidi. La sua strada adesso è in salita. Sarà un cammino pesante, anche lungo ma adesso è necessario .
Lei gli passa il cucchiaino: sta aspettando. Ci sono tante cose da dire, adesso.
Prima di entrare in casa gli sembrava che si sarebbero esaurite tutte nello spazio che separa l’ingresso dalla cucina. Invece sono stati zitti.
Infila il cucchiaino nella parte bianca della farcitura. Suo padre avrebbe fatto lo stesso.
Il sapore del metallo è la prima cosa che sente, poi c’è solo il dolce che si scioglie sulla lingua e gli sveglia una parte del cervello che credeva addormentata.
“Lo so perché sei venuto” dice lei nello stesso momento in cui lui si toglie il cucchiaino dalla bocca e chiede: “Cos’è?”
-E' la solita crema! Risponde Maria, per prima ,anche se le domande se le sono fatte una sull'altra, lei è più istintiva a rispondere. Stavolta vi ho aggiunto gli amaretti, scricchiolano tra i denti e il gusto è più intenso e croccante.
--Ecco, sentivo qualcosa di familiare nel gusto. Devo dire che sono passati troppi anni... ed è tutto cosi lontano.
Sergio continua a gustarsi la crema, intanto i suoi occhi si girano intorno e osservano la casa. Tutto è come prima, guarda il corridoio, sembra ancora più lungo, dalla cucina alla sua camera era un gioco, quando da bambino faceva le rincorse per poi scivolare dritto fin sotto il letto e Maria non lo trovava mai.
Rientrare in questa casa per lui non è stato facile. Troppi ricordi! Dopo la perdita del padre tutto il suo passato si era sepolto con lui tra quelle mura che ora osserva e le riconosce identiche a dieci anni prima.
La porticina della dispensa è li, semichiusa, come allora, per via della maniglia rotta, dentro è sempre buio, non vi sono finestre e il tanfo di muffa copre tutti gli altri odori.
Il salotto, stile vecchia america, ha un po' perso il colore originale ma le rose del tessuto sono ancora vivaci come allora, quando era festa stare tutti insieme, la sera.
Sergio fa fatica, sente i suoi occhi reprimere il pianto mentre continua a scavare col cucchiaio l'ultimo strato di crema. Maria capisce il suo stato d'animo e lo distrae con qualche notizia leggera sui nuovi vicini e sulla cagnolina Tilly che ha fatto 4 cuccioli, poi lo guarda e dice: Guarda, siamo ancora uguali, non credi? - Si!
Si osserva allo specchio della credenza e per lui è facile non stupirsi di tanta somiglianza. Per due gemelli specchiarsi nei propri volti è normale.
Incontrarsi era necessario, cosi era stata lei a volerlo , malgrado sapesse quanto fosse doloroso, per suo fratello, ritornare nella casa dove era stato felice e dove ora a sopravvivere erano solo i ricordi.
Sergio era sempre stato più fragile di sua sorella gemella, le difficoltà della vita non le aveva superate come lei, aveva anche avuto bisogno di un aiuto psicologico per ritrovare un po’ di equilibrio dopo la disgrazia della madre e successivamente la morte del padre che era diventato, per lui, l’unica sicurezza.
La mamma adesso vive con Maria, ed è lei, da sola, a prendersi cura di tutto, ha chiamato il fratello, ha bisogno di lui, devono decidere insieme perché le cure in casa non sono più sufficienti e devono trasferirla in una clinica. Osserva quella minuscola donna sul letto, lo sguardo assente, le mani che stringono il lembo del lenzuolo come fosse un sostegno. Le si avvicina e finalmente la guarda, in quegli occhi c’è il velo della sofferenza, l’abbandono alla vita, la rinuncia. Sergio stava per diventare come lei.
Fa un cenno a Maria, mentre posa sul tavolo il cucchiaino che aveva tenuto in mano, le chiede il numero del Dottor Guidi. La sua strada adesso è in salita. Sarà un cammino pesante, anche lungo ma adesso è necessario .
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