Scritto da © Stefania Stravato - Dom, 16/09/2012 - 16:08
si descrivono le curve
nel salto oltre.
è nel vuoto del petto che le sento, le tengo
diversamente, a compormi il passaggio del respiro
le verità delle vie, delle vite
le radici gonfie di sangue alle caviglie
- stagioni ad inseguirsi -
che in una fuga d'attimi cavalcano dossi e
fanno d'aria i muri a stringere i giorni
nelle nuove geografie della neve
e da questa distanza di braccia
ti racconto che non c'è rumore più forte di un prato
quando muore dietro gli occhi, ché l'inverno
ha gli spazi di una tomba
se sposti le notti di un moto a luogo
poi, a metà dei passi
della commozione che resta, se non la memoria
di aver toccato il bianco di luna. o
il segreto della grazia.
l'amore, chissà
se il nero eccede.
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