Scritto da © sid liscious - Mar, 22/12/2015 - 19:58
Il trentesimo estratto
( "Di cavalli, vapori, sesso e piaceri sinistri" di Ser un personaggio metaforicamente tendente al confondere simpaticamente )
Oggi mi sono masturbato dopo tornato dalla fiera dell'automobile.
Porca che fiancate.
E che vedute di retro treno.
E quei due fari lì davanti.
Mmm, slap slap.
Tondi, grandi e perfino sodi oserei dire.
Ci credo servono per illuminare quella...
Quella certa strada che conduce dove un uomo si sente a casa.
E poi quant'ulteriore disponibilità esposta spudoratamente.
Ad un certo punto una...
Una addirittura s'era offerta ammiccando proprio a me da sopra una moquette verde.
Il tettuccio aperto.
I finestrini abbassati.
Le portiere che urlavano dai salta su.
Accomodati nel mio ventre.
Tocca la mia pelle vellutata.
Accendimi il motore.
Fammi lievitare il contagiri.
Mandami in temperatura i liquidi lubrificanti.
Una sudata della madonna resisterle e passare oltre.
Ma allora...
Allora un'altra d'ancora più scostumata s'è messa di traverso con il cofano aperto sul davanti.
Chiaramente volendo svelarmi le sue doti nascoste.
Oh non ci crederete aveva addirittura una fila di quei cilindri dove i pistoni godono a mille.
Ed ognuno con i suoi peletti praticamente già elettrizzati che spuntavano appena sopra.
Cavolo solo a vederli ti vien voglia di toccare e...
E la batteria carica, carica, carica, inoltre aveva ovviamente.
Come dire scegli me, non ti farò mancare i miei servizietti per tanto tempo.
Praticamente...
Praticamente dapprima ho dovuto azionarle il tergicristalli e spruzzarmi l'acqua sulla faccia per rinfrescarmi un pochino i bollori e...
Ed in seguito, dato l'erezione era rimasta evidente, mi sono bevuto una confezione di liquido da raffreddamento esposta nei suoi pressi.
Che se non sbaglio è la cosa al mondo pensata all'uopo per riportare alla ragione i surriscaldamenti.
Al che con l'alito che mi ritrovai non...
Non potei avvicinarmi alla mia compagna una volta tornato a casa "bisognoso".
Ergo zap, zap, zap.
P.s.
Sì lo so, lo so.
È una storia banalotta questa che ho raccontato, di per cui almeno ci vuole una morale per tirarle su il morale, indi su ognuna di loro, considerato quello che mangiano e bevono e defecano e giusto perché sono così ben fatte in modo d'attirare appositamente civettuole, ci dovrebbe essere obbligatoria, e ben leggibile, una scritta.
"Attenzione! oltre a procurare libidini insensate questo mezzo, pure se non t'investe, nuoce sicuramente e gravemente alla salute".
Il trentunesimo estratto
( "Adelphi" di Crea e se possibile conserva aggiungiamo noi )
L'altra parte del manoscritto trovato a Saragozza parlava di letteratura come utopia, dell'amante indegno e del giardiniere appassionato.
I quarantanove gradini invece illustravano del rumore sottile della prosa, dell'uomo che scambiò sua moglie per un cappello e d'un meeting pericoloso.
I quaderni d'un mammifero, le sette storie gotiche ed il sacro amplesso infine narravano di poesia completa.
Questa è stata la mia vita nel bosco dei corpi "costretti" a mostrarsi alfabeticamente.
Ma non è finita che si dipana tuttora, la mia vita letteraria direttamente e non, mentre cerco la principessa smarrita, che chissà quale metafora nasconde quel principessa, un re che pari agli altri re prima o dopo darà il suo posto appunto ad un re ed il cadavere che resterà, impossibile d'evitare, di me.
Il primo Dio, quello che dimora in testa intendo, ed il frutto del fuoco, che al contrario vive nel corpo, mi spingono.
La foresta della notte, lo scimmiotto, che povero lui sta sempre a scimmiottare, ed una voce dietro la schiena viceversa vorrebbero tornassi indietro.
Di cime abissali nell'irraggiungibile quest'ultima parla e di meditazioni dello scorpione e non sarebbe male, però nel contempo evidentemente lascia trasparire sfuocate celle d'intrattenimento nel suo retroterra.
Per me parole nel vuoto dunque le sue.
Infatti "quasi" mi bastano ed avanzano le sostanze di virtuali incontri con uomini straordinari e soprattutto la tentazione d'essere e vivere di già per ignorarlo, l'intrattenimento ovviamente.
Quindi diremo il mondo che sta fuori della finestra da solo, purtroppo, ancora non m'è sufficiente per diluire le impressioni personali.
Almeno finché non riuscirò a penetrare compiutamente l'anima della formica bianca, che naturalmente abita in provincia dell'uomo che sono.
Perciò, deciso, continuo e continuerò l'approfondimento, ben sapendo quanto le tentazioni di soddisfazione corporale, e dell'effetto ludico, sono pari ad una grande bevuta che al massimo cancella una serata, ma ti rimanda al domani con la meravigliosa mela della vita meno inoltrata e...
E trasformata in pera.
Trasformata in pera.
Il trentaduesimo estratto
( "Preferisco sempre sorridere" di Perseo quantic mind )
Per conto mio, Giulia, dentro la testa degli uomini le idee viaggiano!
«Cavolo cavolo.
Bella scoperta, Perseo.
Originale davvero».
Sicuro, Giulia, perché io sono certo del fatto che loro, singolarmente, sono proprio persone, uguali a noi, venute al mondo, chissà in che maniera, nel nostro cervello e con un loro corpo ben articolato, peraltro dalla consistenza misteriosa, all'inizio chiaramente giovane ma che una volta cresciuto usa, appunto, la nostra testa tale mezzo di trasporto per deambulare.
Per viaggiare.
Per percorrere delle distanze ed esplorare così delle altre teste che invariabilmente finisce per incontrare sulla strada, ove naturalmente conoscere, scambiare ed eventualmente procreare con i suoi simili.
In pratica cioè ogni nostra testa è un loro mondo, Giulia, e possono saltare dall'una all'altra indifferentemente.
«Pari a degli uomini che si concentrano su un treno per dopo, scegliendo ognuno la fermata desiderata, spargersi e mescolarsi in tutte le direzioni e maniere, Perseo?».
Brava!
Sento che hai capito, Giulia, sebbene il concetto sia parecchio aleatorio e di difficile dimostrazione pratica.
E perciò, considerato hai capito, a questo punto mi ci vuole un bel quindi...
Quindi logicamente non serve esternarle!
«Come non serve esternarle, Perseo?».
Certo!
Non serve, Giulia.
Basta offrire loro un ambiente consono.
Basta accudirle allorché sono neonate.
Basta lasciarle formare dentro fino all'auto sufficienza, Giulia.
Al diffondersi infatti penseranno loro più tardi, pari abbiamo visto sopra ed ovviamente...
Ovviamente servendosi della "casualità" dei nostri incontri e delle nostre faccende ed interazioni, oltre che della loro indole naturalmente.
«Anche le mie e le tue, Perseo?».
E senza che ce ne rendiamo conto, Giulia.
«Ma va, Perseo».
E ti dirò di più, Giulia.
Allorché due s'incontrano e dalla loro unione avvengono del vero intimo e della seria fusione ovvia, all'inizio sembrerà magicamente di sentirle ancora maturare fisicamente in noi ed alla fine di vederle nei fatti affiorare spontanee fra i concetti che qualcuno trasforma in realtà, manco costoro fossero i figli di codesta unione.
«Non...
Non è che dando loro voce in fondo si semplifica solamente il passaggio, Perseo?».
Forse.
Forse.
Tuttavia al fiore reciso si toglie la vita unicamente per ammirarlo un tot, e magari strappare un momentaneo sorriso, bensì...
Bensì successivamente ed immancabilmente viene poi lasciato marcire nel suo brodo, Giulia.
Favorisci te se vuoi allora, Giulia, in quanto io al solito preferisco invece sempre sorridere.
Preferisco invece sempre sorridere.
Il trentatreesimo estratto
( "Vento, metano, amore, polline e metropolitane" alla voce solista Shilpa a lungo compagno di stanza del Perseo qui sopra )
E...
Ed intanto, nel mentre noi ragioniamo farfalle, il vento gira e rigira fra le cose per...
Per portarle ove designato.
Ci siamo chiesti spesso a cosa serve il vento.
Cos'è il vento?
Ebbene, io credo lui sia un, vero e proprio, sistema postale per elementi in possesso della dimensione giusta, e del peso adatto, da poter volteggiare in lui.
Lui insomma ritira, trasporta e consegna i derivati leggeri e volatili che le vite del mondo producono e talvolta indirizzano con precisione assoluta.
Voglio dire.
Non è un caso tal granello di polline abbia impollinato giusto lì.
E...
E non lo è nemmeno un certo gas vada in talune sacche.
Come mi sono sovvenute codeste opinioni?
Oh semplicissimo.
Due punti.
Non ho mai creduto il metano conseguenza di digestione fosse un frutto fine a sé stesso.
Se il sistema terra l'ha voluto a qualcosa serve certamente.
Non so supponendo potrebbe...
Potrebbe essere utile al mantenimento delle temperature nel nucleo o ambiente amniotico per feti di novelli pianeti o deterrente per invasori alieni che sanno essergli allergici o...
Chissà, chissà, chissà e...
E pertanto s'è utile non si poteva di certo lasciarlo disperdere al che...
Al che il vento lo raccoglie ed ammassa appunto in sacche appositamente preparate alla...
Alla faccia di chi lo crede un derivato di petrolio in fermentazione e...
Ed ho finito il primo punto, ch'è un minimo intrigante meglio non soffermarsi troppo e...
E non ho mai pensato per un attimo gli alberi stanno fermi è...
È il secondo.
Pure quella una questione che non è mai piaciuta al mio cervello e dunque ho tenuto l'occhio e la connessione svegli, concludendo, secondo me, loro hanno un corpo diversissimo da quello che vediamo.
Quella con tronco e rami è al massimo la loro casa.
Costruita seguendo un pò di stili dipendenti dalle latitudini e dalle altitudini longitudini ma...
Ma la forma vitale albero si muove dentro ed ha consistenza senz'altro non solida.
Non so potrebbe essere fatta di gas o d'acqua o prende organicità d'aggregazioni d'elementi minuscoli tanto abbastanza da rendersi impalpabili o forse...
Forse il loro corpo potrebbe essere stato architettato addirittura con quella materia indefinibile con cui sono resi possibili i pensieri.
Non posso accettare delle entità preferiscano affidare, al caso, il loro futuro scegliendo il buttare fuori, distrattamente, il seme ed il non goderne donandolo.
Chi lo farebbe?
Solo dei senza moralità e spiritualità io credo e così, ovviamente non considerandoli tali, mi sono convinto loro viaggiano, chiaramente aiutati dalla non solidità del loro corpo, per il mondo, di sotto ovviamente, esattamente come noi lo facciamo di sopra.
Cioè mantenendo fisso un posto di riferimento, dove avere la residenza ufficiale, per dopo spostarsi a piacimento su continenti e mari.
Come fanno?
Chiaro!
Le loro radici, al contrario di quello che noi "farfalliamo", non finiscono mai o perlomeno non smettono mai d'allungare finché...
Finché non riescono a trovare un collegamento in cui confluire.
Un'altra radice di un'altra pianta o erba chiaramente e...
Ed in questa maniera ed essendo loro all'interno dei piccoli tunnel formano, incontrando ed unendosi, una fitta rete di gallerie.
Sì!
Una vera e propria metropolitana, che allacciando albero ad arbusto ed arbusto a virgulto ha la possibilità, visto di vegetali ce ne sono praticamente dappertutto, di collegare il globo intero.
E con una o più stazioni per ogni abitazione e quindi...
Quindi gli alberi possono facilmente fare conoscenza reciproca anche a grandi distanze, scambiare opinioni ed esperienze o...
O innamorarsi ed amarsi fisicamente impegnandosi, nel caso il sentimento si rivelasse più d'una semplice avventura, l'uno a spedire volentieri il proprio polline e l'altro a riceverlo gradito.
Il tutto allo scopo di generare dei figli certi e non casuali e...
E figuriamoci se il vento, con il suo ubiquo universalmente abbracciare, non si presta spassionatamente ad un tale nobile scopo.
Figuriamoci.
Il trentaquattresimo estratto
( "Fumetti fumanti" di Bacca l'uomo a strisce )
Hanno beccato Corto Maltese, Zacca.
Si nascondeva fra gli ultimi Maori, Zacca.
Travestito da uomo squalo della medicina e della magia, Zacca.
Però Rasputin e Morgana l'hanno riconosciuto subito per via della falsa linea della fortuna sulla mano, Zacca, e Sbrindolin, il suo caro e fedele Sbrindolin, allora l'ha sgozzato di brutto, Zacca.
E non aggiungo altro sulla fine dell'ultimo mio mito ancora latitante, Zacca, che questo dovrebbe bastare ed avanzare, Zacca.
D'altronde Jeff Hawke ha da tempo finito il suo spazio, Zacca.
Il sergente Kirk ha visto gli scorpioni del deserto trasformarsi in bosoni, Zacca e...
Ed il tutto ovviamente mentre Jerry Cornelius perdeva le coordinate cosmiche del proprio garage, Zacca, e travolgendo nel suo conseguente precipitare nell'ignoto perfino chi tentava di resistere, Zacca, al che, Zacca, perfino Snoopy e Lucky Luke e Ranxerox spazzati via pure loro miseramente, Zacca.
Un dolore infinito, Zacca.
Ed adesso anche Corto, Zacca.
Anche Corto, che ne sono certissimo non avrebbe mai ceduto Zacca, nonostante l'autore sia morto e le speranze di vedere pubblicata un'altra avventura fossero pertanto ridotte a zero.
Nonostante questo io l'aspettavo, Zacca.
L'aspettavo, l'aspettavo un nuovo episodio di Corto Maltese. L'aspettavo.
«E nel frattempo leggevi dell'altro, Bacca?».
Non ho mai letto un fumetto normale, Zacca.
Anzi no ne ho guardati in verità di Paperino e Tex Willer, Zacca, ma mi facevano annoiare, Zacca.
Il fumetto alternativo invece ha avuto in tutto il mondo sviluppi tanto più pregni e succulenti, Zacca.
Tanto, tanto, tanto.
E sorprese a non finire, Zacca.
Ed ora è abbandonato nel dimenticatoio e patrimonio unicamente d'alcuni, Zacca.
«Non proprio verissimo, Bacca.
Moebius è morto da poco ed è stato ampiamente osannato.
Ad Andrea ed a Stefano di Frigidaire vengono dedicati varie mostre e convegni e, senti senti, Hugo Pratt è stato inserito, primo fumettista al mondo, fra i proposti per l'Oscar della letteratura, Bacca.
Ti sembra poco, Bacca?».
Sì Zacca mi sembra decisamente poco.
Quel movimento manuale e cerebrale globale meriterebbe, soprattutto al riguardo dei contenuti sia artistici che politici, economici e sociali, esageratamente di più, Zacca.
Invece, Zacca, non è stato lasciato penetrare apposta in taluni strati, che i suoi messaggi erano pericolosi, Zacca e così è diventato una chicca per adepti al posto di cultura popolare diffusa.
Ed è uno spreco insopportabile, Zacca.
Insopportabile in quanto il tutto contiene un parecchio sgradevole indotto di fondo, Zacca.
È stato fatto in modo lui non potesse avere figli Zacca, che fosse sterile Zacca, ed è successo Zacca, ed ora faticano a trovare eredi perfino Diabolick e Pluto, Zacca, perché chi d'ignoranza ferisce, Zacca, d'ignoranza e nell'ignoranza perisce.
Infatti, e questo vale per tantissime altre situazioni, non si può sfuggire ad un destino che meticolosamente, e con cura, s'imposta o distrattamente, e con noncuranza, si subisce, Zacca.
Non si può, Zacca.
Non si può.
Il trentacinquesimo estratto
( "La versione di Peg" ) di Peg e non servono altre parole )
Il vulcano affumica l'aereo.
La frana deraglia il treno.
Il tornado manda al macero infrastrutture.
Il mare dona qualche onda anomala alle centrali.
Sempre altri terremoti se la prendono con le costruzioni.
Lo smottamento mangia la strada.
Il fiume ha cominciato a rincorrerci più spesso fuori dagli argini e...
E la neve va felice in valanga per sfoltire gli sportivi.
Sembrerebbe la terra si sta ribellando.
E ti credo!
È lei.
È lei l'entità viva.
È lei l'animale
È lei la primaria creazione non l'uomo.
Non l'uomo.
Non l'uomo.
Non l'uomo.
E per me ha pure una forma molto molto diversa da palla solo...
Solo le contingenze del periodo che sta vivendo la consigliano, per via del movimento continuo a cadere e di vari attriti, d'assumere appunto una fisionomia tonda.
D'altronde cosa fareste voi nella sua situazione?
Se vi sentiste perennemente precipitare nello spazio?
Semplice!
Vi chiudereste il giusto a protezione del corpo cercando di nascondere al meglio le diramazioni, gli organi vitali e la testa e...
Ed allora se a questo punto dei dannati parassiti, di superficie, continuassero a darvi fastidio ed a procurarvi pruriti ed altre cosette varie voi...
Voi come reagireste?
Ebbene io credo cerchereste di darvi una leggera grattatina all'inizio e...
E dopo aumentereste per quanto possibile il tenore dei vostri interventi.
E dico per quanto possibile perché, qualora foste appesi con i piedi alti e legati e penzoloni per le braccia, avreste ben poche opzioni ed al momento lei è in situazione molto simile a quella appena descritta.
Deriva "all'infinito" nello spazio in cui è stata spinta da qualche giogo del tempo e probabilmente gioca in difesa sperando in un domani migliore.
Non credete alla mia versione?
Volete altre Peg prove di tutto ciò?
Be' avete presente i brufoli ed i punti neri?
«Sì!».
Bene allora vien facile spiegare.
I vulcani sono gli immensi brufoloni dell'animale terra.
Quelli più grandi ovviamente.
Quelli che anche su di noi a volte si dimostrano praticamente imbattibili.
La lava è il pus che viene espulso e nel caso il confronto, con le nostre eruzioni di certi orrori, lo lascio volentieri a chi vuole farlo.
I geyser, le pozze sulfuree, i laghi neri di fango, gli acquitrini salmastri, le paludi e varie altre manifestazioni insomma altro...
Altro non sono se non le disavventure cutanee di questo signore da noi denominato terra.
L'acqua poi è abbastanza ovvio essere il suo sangue.
Si muove difatti per vene ed ha delle grandi vasche di riserva, che non si sa mai.
Perfetto direi, a questo punto perciò viene facile affermare le piante sono i suoi peli, così possiamo nuovamente dire il deserto altro non è che una sua zona depilata.
E dov'è la crapa?
E dove sono le zampe o la coda, mi chiedete?
Ve l'ho detto.
Le nasconde dentro.
Ripeto è chiuso a riccio l'animale terra e per dimostrarvelo compiutamente dirò il cielo è la sua materia di difesa esattamente...
Esattamente pari gli aculei lo sono forma ancora nel riccio.
Semplice no? e credete non è nemmeno il caso di sentirsi depressi dopo codeste scoperte e...
E non v'è nemmeno stato tolto il suolo da sotto i piedi, semmai il mio era un tentativo di ricollocarla, la terra, nei nostri luoghi, sentimenti e comportamenti ove merita o meriterebbe di stare perpetuamente.
Nel cuore, nell'amore e nel rispetto.
Il trentaseiesimo estratto
( Ora tre episodi per nulla casuali di Fester quello mai diventato zio )
Egli lui... sì insomma quello là
Egli...
Egli è stato il primo esempio vivente di fecondazione artificiale ed anche...
Anche il precursore dell'uomo clonato, dato dopo morto è tornato.
Poi avendo come padre un extraterrestre si può dire fu pure organismo con l'alieno incrociato e quindi probabilmente manipolato.
Tanto più che per stessa ammissione dei familiari "appunto" non generò per normale di sesso contatto.
Come non bastasse sua madre si fece pioniera dell'utero affittato ed il compagno di lei all'apertura mentale conferì di certo del modernizzato avendolo accettato, nonostante sapesse bene di non poter essere stato.
Ecco perché non poteva proprio dirsi normale uomo un individuo in questa maniera atterrato.
Doveva...
Doveva anticipare altrimenti...
Altrimenti gli altri da tutto ciò cosa avrebbero mai sintetizzato?
Trapianto
Tutto andò sempre liscio liscio, anzi oseremo dire a gonfie vele, verso un avvenire migliore, e meno incerto, per il genere umano finché un giorno...
Un giorno improvvisamente il cielo si squarciò laggiù verso sud ovest.
Un lungo taglio netto lo stava infatti pian pianino incidendo da fuori, manco fosse stato un sacco tipo placenta, facendo balenare un altro luminosissimo sole.
Per un po' guardammo sorpresi ed increduli.
Poi non fu difficile intuire una punta d'affilatissimo enorme bisturi che esternamente ci stava a lavorare.
Non vi dico lo stupore.
Poco dopo però, senza darci il tempo di reagire, un'impressionante gigantesca mano, munita d'azzurro guanto sterilizzato, con destrezza entrò dal buco per circondarci, noi ed il nostro mondo, di potenti dita e...
Ed infine strinse decisa la terra e l'asportò.
Amen?
No no!
Subito appresso un'altra mano penetrò il buco portando una nuova palla e la pose nella stessa posizione di quella precedente e quindi...
Quindi il cielo fu ricucito e tutto tornò alla normalità.
Noi?
Sinceramente non saprei.
Credo smaltiti là fuori da qualche parte come rifiuti assurdi ma...
Ma quello che so, invece, è che di nuovo tutti i novelli abitanti della terra poterono vantarsi d'avere una coda e che probabilmente stavolta decisamente avessero, bene bene, impresso in testa quanto serviva necessariamente tenersela stretta.
Quanto serviva necessariamente tenersela stretta.
Lele.
Lele è tranquillo.
Lele sta nell'acqua.
Lele mangia.
Lele è forte.
Lele è alto.
Lele non teme.
Lele segue solo il suo naso e...
E Lele va dove vuole.
Lele infatti ha personalità veramente.
Per di più Lele...
Lele può.
Lele non cede.
Lele vive la sua di vita.
Lele mostra.
Lele si comporta.
Lele non ha bisogno di scuse e...
E sempre Lele sa cosa fa.
Ripeto.
Lele in ogni momento sa cos'è meglio per lui.
Invidio Lele.
Naturalmente quando è fante.
Il trentasettesimo estratto
( "Picchio o non picchio" di Fiore e Giunco su chi è veramente il picchio )
Non so se te ne rendi conto, Fiore, oggi ho visto un picchio rosso maggiore.
Uno spettacolo immenso, Fiore.
Dei colori inimitabili ed assolutamente inaspettati da parte d'un pennuto delle nostre latitudini.
Rosso esagerato, Fiore, e giallo e verde e bianco e nero e marrone che s'intersecavano e tonalità inaspettate.
Ed un corpo filante e proporzionato.
Fiero, Fiore, fiero fiero questo corpo.
Ed un volo con padronanza incredibile dei mezzi a disposizione e direzione ben chiara ovviamente.
In un attimo...
In un attimo, Fiore, sono diventato lui.
Troppa invidia.
E mi sono ritrovato a planare, a galleggiare nell'aria, ad atterrare sui rami ed a lanciare gorgheggi euforici, Fiore.
Ho scoperto d'avere una spaziosa casa sulla quercia grande.
E chissà che vedute delle stelle di pianura la notte ho immediatamente dedotto.
Naturalmente ho subito pure picchiato duro col becco e quanto è buona la linfa ch'esce dalla corteccia dell'acacia nemmeno Dio lo sa.
Ho fatto uno spuntino sul rovere, bevuto dalla foglia del castagno e sono andato ed espletare funzioni biologiche dietro al ciliegio.
E quanti divertimenti nel frattempo, Fiore.
Sull'acacia è venuto l'usignolo, al che subito abbiamo deciso di fare uno scherzo alle talpe.
E si sono incazzate di brutto tirando via la lana di pecora bagnata, mista a sassolini, con cui tappammo loro la tana.
Non ti dico le risate a guardare le evoluzioni di ciechi che ti cercano.
Mentre ero a colazione sul rovere invece ho avuto uno scambio di vedute con uno scoiattolo, Fiore.
Io picchiavo e lui era dall'altra parte del tronco ad aprire nocciole, ma non gli piaceva più il paesaggio che da lì ammirava, Fiore, allora...
Allora m'ha chiesto se per me era uguale tambureggiare dove stava lui ed io ho accettato volentieri che...
Che appunto un buono scambio di vedute spesso aiuta tanto reciprocamente, Fiore.
Dopo sono andato a bere al castagno e tu non hai mai visto quant'è bella una libellula allorché, nuda dietro foglia paravento, fa il bagno.
Io ho avuto il privilegio d'ammirarla in incognito, Fiore.
Una silouette invidiabile, Fiore, curve nei punti topici ed assolutamente perfette ed ali che lasciano intravedere, e no, manco sotto ci fossero le forme del paradiso.
Un'estasi, Fiore.
Durante il momento di privacy personale al ciliegio infine, Fiore, mi trovavo immerso in una pace pazzesca, con l'ambiente, Fiore, con me stesso, Fiore, con gli altri, Fiore ed ho sentito un urlo disumano, Fiore.
Era mia moglie picchia, Fiore.
«Hai allargato il buco d'accesso al nido che arrivano le uova?» m'ha intimato non appena le ho risposto.
No ma...
«E sei andato a prendere quei vermi del gelso che a cena gradirei mangiare qualcosa?».
No ma...
«Almeno il fischio al falco, che doveva passarlo alla cornacchia, che lo passava a sua volta al tasso, che lo diceva a mia sorella che la cercavo non...
Non te lo sarai dimenticato spero!".
Sì ma oggi meravigliosamente mi sento diverso cara le ho rilanciato entusiasta, e tra l'altro riportando la verità pari pari, perché non ne approfittiamo, ad esempio, andando a cena fuori al Pioppo marcio, che magari ti contagio e diventi un'altra anche tu?
Però, stranamente lei, al posto di cogliere, ha concluso lo stesso il discorso, esattamente, come fa ogni volta la mia moglie umana, Fiore.
«Tu vinci troppe lotterie senza prima avere comperato il biglietto caro.
Davvero troppe».
«Ed è per questo, Giunco, che si dice, e s'è sempre detto, una moglie mai capirà un picchio?».
Dici in quanto nel caso il marito non era picchio e nell'altro il picchio non è suo marito, Fiore?
«Evidentemente, Giunco.
Evidentemente».
Il trentottesimo estratto
( "L'altra disputa" di Ramon niente sangue alla fine meglio tortillas y chicas )
La storia, speriamo vera, che mi va d'inventare oggi cominciò in un piccolo pueblo andaluso.
Niente di speciale intendiamoci.
Però con una particolarità.
Questo posto vantava infatti un grande allevamento di tori da corrida.
Di quelli veraci direbbero in Italia.
Potenti, veloci, attenti e feroci.
Joselito il figlio del barbiere quindi non perdeva tempo per studiare o fidanzare.
Se ne stava tutto il giorno alla staccionata.
Sognava di sfidare quella creatura dalla testa armata.
Sognava di possedere la forza che traspariva dalla sua corporatura potenziata e naturalmente...
Naturalmente sognava pure d'essere l'artefice d'una sorte segnata.
E cominciò dunque molto presto ad introdursi nei segreti della contesa che poteva soddisfargli ogni pretesa.
E studiò da solitario o col maestro.
E s'esercitò contro quello e contro questo.
In verità era parecchio aggraziato.
Aveva movenze di passo felpato, riempiva bene il costume con l'oro bordato e mostrava impavido coraggio nello sguardo infuocato.
Al che crebbe presto la sua fama di giovane dotato, tanto che arrivò al presente con l'ardire di chi non ha paura di niente e la palma di campionissimo emergente.
Ora si sentiva robusto.
Aveva imparato come confondere, ed indebolire, con la tortura e non vedeva l'ora di dimostrarlo dentro quel cerchio di sabbia con le mura.
E finalmente venne il giorno dell'evento e squillanti trombe introdussero nella tarde il combattimento.
Lui entrò nell'arena pari ad un portento.
Infuriò la bestia a piacimento.
Sfidò le corna sfiorandole col mento e l'emozione stimolò forte nel pubblico attento ma si fermò...
Si fermò allorché le sue pupille incontrarono dello sgomento nello sguardo d'un essere che scopriva di non avere argomento.
Che non capiva perché proprio a lui doveva essere riservato un simile trattamento.
Che dalla natura aveva ereditato limitata capacità di rendere sorprendente il movimento e...
Niente di speciale intendiamoci.
Però con una particolarità.
Questo posto vantava infatti un grande allevamento di tori da corrida.
Di quelli veraci direbbero in Italia.
Potenti, veloci, attenti e feroci.
Joselito il figlio del barbiere quindi non perdeva tempo per studiare o fidanzare.
Se ne stava tutto il giorno alla staccionata.
Sognava di sfidare quella creatura dalla testa armata.
Sognava di possedere la forza che traspariva dalla sua corporatura potenziata e naturalmente...
Naturalmente sognava pure d'essere l'artefice d'una sorte segnata.
E cominciò dunque molto presto ad introdursi nei segreti della contesa che poteva soddisfargli ogni pretesa.
E studiò da solitario o col maestro.
E s'esercitò contro quello e contro questo.
In verità era parecchio aggraziato.
Aveva movenze di passo felpato, riempiva bene il costume con l'oro bordato e mostrava impavido coraggio nello sguardo infuocato.
Al che crebbe presto la sua fama di giovane dotato, tanto che arrivò al presente con l'ardire di chi non ha paura di niente e la palma di campionissimo emergente.
Ora si sentiva robusto.
Aveva imparato come confondere, ed indebolire, con la tortura e non vedeva l'ora di dimostrarlo dentro quel cerchio di sabbia con le mura.
E finalmente venne il giorno dell'evento e squillanti trombe introdussero nella tarde il combattimento.
Lui entrò nell'arena pari ad un portento.
Infuriò la bestia a piacimento.
Sfidò le corna sfiorandole col mento e l'emozione stimolò forte nel pubblico attento ma si fermò...
Si fermò allorché le sue pupille incontrarono dello sgomento nello sguardo d'un essere che scopriva di non avere argomento.
Che non capiva perché proprio a lui doveva essere riservato un simile trattamento.
Che dalla natura aveva ereditato limitata capacità di rendere sorprendente il movimento e...
E ciò miracolosamente lo fece ragionare rilassato per un momento.
Allora improvvisamente...
Improvvisamente considerò la gloria assurdo riferimento.
Improvvisamente persero mordente gli onori ed il relativo appagamento.
Improvvisamente trovò la dimostrazione di studiata forza stupido auto compiacimento e...
E pertanto mollò tutto e se ne tornò a casa addirittura munito, e non solamente nello specifico, d'un altro intento.
Addirittura munito, e non solamente nello specifico, d'un altro intento.
Allora improvvisamente...
Improvvisamente considerò la gloria assurdo riferimento.
Improvvisamente persero mordente gli onori ed il relativo appagamento.
Improvvisamente trovò la dimostrazione di studiata forza stupido auto compiacimento e...
E pertanto mollò tutto e se ne tornò a casa addirittura munito, e non solamente nello specifico, d'un altro intento.
Addirittura munito, e non solamente nello specifico, d'un altro intento.
Il trentanovesimo estratto
( "Booom ci clank" di Pasta lo che senza freno incontra gli scettici )
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Ciao.
Bello questo posto.
«Sì bello.
Perché urli?».
C'è tanto rumore.
«Ah sì vero io non lo sento».
Come non lo senti?
«Non urlare!».
Oh scusa.
«Mi sono fatto i tappi per le orecchie».
E mi senti che urlo con i tappi?
«Ovvio me li sono fatti apposta.
Tengono fuori il rumore e fanno passare il resto».
Sì mia nonna.
Ed in che modo ci saresti riuscito?
«Due modi.
Uno semplice ed un altro complicato.
Modo uno.
Quello semplice.
Ho preso un filtro di sigaretta e l'ho bagnato per due ore in aceto e dopo nel vino bianco per tre ore ed infine nel cognac per quattro ore.
In seguito l'ho lasciato asciugare ed infine poggiandolo sul tavolo gli ho fatto un discorso».
Al filtro per sigaretta?
«Modo due.
Quello complicato.
Gli ho detto sincero sincero non so cos'ho combinato.
Non so, non so.
Può darsi benissimo ho fatto solo cazzate.
Credo pertanto d'aver bisogno del tuo aiuto.
Cioè ho bisogno che tu sia consapevole.
Non metterti pure tu a fare le bizze.
Ascolta bene.
Io qui presente tuo creatore dico tu sei un tappo per orecchie che tiene fuori il rumore e fa passare il resto.
E questo è quanto e non si discute.
Te ne supplico non cominciare anche tu con la storia del camminare eretto e su due piedi.
Hai visto dove porta e... e...
Ed ha capito.
Allora l'ho messo all'orecchio e lui ha fatto esattamente quello che gli veniva chiesto di fare.
Una roba tipo quella che fa il leone per intenderci.
È stato mandato sulla terra per fare il leone e fa il leone a tempo pieno senza discussioni».
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Incredibile, ne posso avere due?
«Guarda la teoria ora la sai dunque provaci ma io la vedo male».
Male?
«Male.
Per me tu faresti bene il modo semplice e malissimo il modo complicato».
E perché?
Avrei forse qualcosa che non va?
«Una sola cosa fratello non va in te ed è spropositatamente indicativa.
Hai continuato ad urlare.
Hai continuato ad urlare.
Hai continuato ad urlare».
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Booom.
Ci clank ci clank.
Il quarantesimo estratto
( "La poesia il sogno ed il fast food" Di Marius lo che non sa mai se la giornata è diritta o storta )
Seduto sul solito scalino per le prima sigaretta del mattino.
Wow giornata poetica a giudicare dalla rima.
Cra cra cra.
Una cornacchia.
Lo sapete no cosa si dice.
Se il corvo va da sud a nord, che equivale qui da me dalla pianura alla montagna, viene il temporale.
Chiaramente s'è indotti al pensare allora se va da nord a sud rimane bel tempo.
Ebbene questo andava perfettamente da ovest ad est.
Finita la giornata poetica?
Rientro in casa.
Mendelssohn e caffè nell'aria.
Un pianoforte languido ed un profumo acre.
Caffettiera che bolle dimenticata sul fuoco da dieci minuti.
Un liquido marrone dappertutto.
Ripulisco e bestemmio.
Sepolta la giornata poetica?
Un sogno stanotte.
Erano esattamente più di quattordici anni fa.
Aprile mille novecento novanta nove.
Granada.
Spagna.
Prima ed ultima in un locale.
Ordino un panino, da bere ed un'insalata.
Pago, aspetto il vassoio, cerco dove accomodarmi.
Un giapponese.
Un giapponese vorace giusto davanti a me.
Tre metri di distanza.
S'ingozzava ed apprezzava che pareva in stato di beatitudine.
Un'ora e più.
Credo d'averlo osservato bene.
Talmente bene che stanotte è ricomparso.
Perfettamente lui.
Nessun margine d'errore.
Abbiamo preso l'aereo.
Volo diretto casa mia Tokyo.
Mezzo modernissimo.
Venticinque minuti e sbarchiamo.
Taxi.
Un locale gay.
Qualcosa da bere e qualcosa da mangiare.
Ricordo delle specie d'arancini di sole verdure.
Fritti però asciutti e dal gusto sintetico assai.
Ancora taxi.
Discoteca gay.
Tanta gente, tavolo con grandi bicchieri effervescenti e colorati.
Musica tribal/chimica.
Balli sinuosi.
Sul retro uno squallido parcheggio.
L'amico, per modo di dire amico chiaramente, che mi fa un pompino.
Vengo.
Altra sigaretta.
Be' sigaretta non proprio.
Un mix d'eroina, cocaina e tabacco.
Aspiro e tempo zero vomito.
Due ragazze si baciano furiose.
Altre due si dimenano a terra, sopra dei cartoni, le teste contro il sesso e...
Ed un signore distinto dice al suo eccitato partner aspetta...
Aspetta vado prima in bagno a scaricare altrimenti sai l'effetto bombolone.
Ah ecco torna la rima.
Bombolone Giappone.
Scusa dico al mio cicerone.
Scusa ma non capisco.
Allorché partimmo io immaginavo la cerimonia del tè.
Il tempio zen.
Magari i ciliegi in fiore ed il Fujiyama.
«Mai visti» mi risponde e...
E riprende ad infilarselo in bocca e l'avvolge con le labbra talmente forte da farmi male e...
E mi sveglio e penso in...
In fondo era cliente felice d'un fast food.
In fondo era cliente felice d'un fast food.
In fondo era cliente felice d'un fast food.
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