Scritto da © sid liscious - Sab, 24/11/2012 - 10:43
Lei...
lei era figlia di sguattera ripetutamente violentata e stuprata...
durante l'ultima invasione del castello da parte dei Mandinghi.
Fu partorita in una squallida topaia ed ebbe una giovinezza tra molti stenti e pochi avanzi.
Lo stesso comunque man mano che allungava...
intorno tanto curiosamente guardava... una gran bella faccia su splendida intelaiatura maturava...
ed una tosta determinazione creata da rabbia ed invidia ingrassava.
Stava troppo piacente quello che dal basso ammirava.
Il lusso la attirava.
Voleva sentirsi famosa.
La ricchezza esagerata fra le sue mire balenava indi...
decise di "diventare" disposta a tutto.
Che in quel mondo ci sarebbe ad ogni prezzo arrivata.
Che solamente la sedia accanto al re le sarebbe bastata.
All'uopo comunque non viaggiò per stregoni.
E non si dedicò alle arti magiche che normalmente nelle fiabe esibiscono i felloni.
No!
Dapprima maggiorò prepotentemente i seni con siliconi ed ormoni.
Poi visitò il mago dei fianchi ed il luminare dei labbroni.
Studiò quindi posizioni più che pozioni.
Seguì corsi di tecnica ed aggiornamento al parigino bordello.
Assunse un aspetto appropriato e ritornò formata al castello.
Dove tutto filava liscio ovviamente.
Dove la regina spegneva ancora i fuochi del re allegramente.
Cominciò subito la manovra di accerchiamento con una seghetta al padre confessore...
sulla soglia del convento.
Tre giorni appresso... da costui raccomandata... era al tè del cancelliere con il cardinale ed il capo del personale.
Che non fu facile da addomesticare...
però in due settimane alfine la assunse come cameriera personale.
Del re chiaramente.
Forse chi scrive ha saltato qualche passaggio... per non coinvolgere tra gli altri il santo personaggio... quantunque ci sono riuscita pensò quella sera.
Ora sta tutto nelle mie arti e nell'esporre a modo le mie parti. Perfetto.
Sapeva che doveva incominciare sobria.
La prima mattina "gli" capitò in camera con la colazione...
su scollatura esagerata e la mini nera in gamba da tacchi a spillo allungata.
Piegò il busto in avanti giusto quel che serviva per far ammirare sul retro la mutandina...
alzando la tendina e tutta premurosa le sistemò la tovaglietta giuliva... mentre lui ancora steso guardandola in gola deglutiva mezzo litro di saliva.
"Sfortuna" ( casuale? ) volle che... giusto quel dì... la madre della regina nel suo maniero avesse un malore e che lei dunque dovesse partire.
Il re poverino era triste quella sera e per dormire pensò ad una tisana da sorbire... tra i fumi del bagno ed appena appresso alle solite tre birre.
Chi sei tu le chiese quando arrivò con la tazza fumante.
La nuova cameriera sire rispose accattivante.
E ti sembra quello il modo di presentarti?
Sono un uomo sensibile sai.
Le tue straripanti grazie dovresti nasconderle un po'... altrimenti non so se in futuro mi controllerò.
Io sono al vostro servizio sire ribadì alzando la cresta...
non dimenticatelo mai.
Il giorno seguente all'alba egli non potè non notare che per aprire la finestrella... s'era tolta la mutanda ella e che per nascondere la scollatura sotto la camicetta appariva pelle pura.
Al che nel prendere il vassoio la mano gli scivolò fra due turgide enormi tette... ma lei si scostò e porse i vestiti e le ghette.
Più tardi "pertanto" si fece trovare nelle stalle ammiccante fra le balle... il pomeriggio sotto la "sua" finestra di aperte chiappe al vento prendendo il sole fece abbondante mostra.
E la sera per la tisana ed il bagno si presentò con una attilatissima tutina...
color rosa...
maialina.
L'acqua della tinozza il regnante faceva bollire nell'ammirare il suo movimento fluire.
Decise di rompere gli indugi.
Si mise seduto e le ordinò di per cui... di strofinargli la schiena.
Oh sire mai potrei toccarla... rispose fingendosi timorata bensì lui sbottò...
e per bene ... sia chiaro.
Lei allora come dire colse la palla al balzo ed aprì sul davanti...
si creò con spugna e sapone abbondante schiuma sui seni e con loro sfregolò...
eccome se non sfregolò la spina le scapole e le reali reni.
Muovendoli con le mani dopo massaggiò il collo ampiamente ed in seguito coi capezzoli iper allungati... gli ripulì le orecchie singolarmente.
Lui a questo punto era fremente.
Si alzò in piedi col coso ingrossato non da niente e pretese un pompino immediatamente.
E lei si applicò straordinariamente.
Con la lingua toccava sapientemente.
Con le labbra avvolgeva meravigliosamente e tutto bevve febbrilmente... quando lui stravenne felicemente e buona notte infine le disse gentilmente.
Non starò tanto a descrivervi quel che successe la mattina seguente... né di quanto vagina ano bocca e mani lei mosse tra spalmate di burro e marmellate voluttuosamente.
Dirò soltanto che tutto andò avanti finché non tornò la regina lei tapina... che la sera tentò di applicare le sue arti al re nelle nobili parti ed esse non risposero... che in cantina allorché la servetta gli piazzava una scrollatina o nel parco quando ancora le apriva il suo varco o se glielo nascondeva nel di dietro in fondo al vicolo sul retro.
Praticamente era fatta.
Ribadisco che il narratore tende a minimizzare e non ha tenuto conto di diverso altro mio sudore che ho dovuto versare.
O che almeno di quando io davanti e lui dietro sul cavallo privo di sella lanciato a folle galoppo mi sfondò il culetto... doveva descrivere per essere corretto... non di meno ho fatto centro si disse contenta.
Il re di lei infatti oramai stava invaghito.
La meta era vicina bastava... eliminare la regina.
Di modo che insolitamente cominciò a negarsi accuratamente... nonostante lui diventasse sempre più invadente.
È no mio sire... ora c'è la vostra dama vada da lei ad elargire la brama.
Rispondendo alle sue insistenze le fece sapere... quando stesa ignuda nel letto con la bocca l'indice si bagnava... prima di portarlo al grosso clitoride che esposto lo aspettava.
La caccerò via.
Non è mai stata brava.
Sì m'accontentava e mi ha dato due figlie... anche se a pensarci bene io la desideravo e lei esponeva il compitino da moglie e mai qualcosa che varcasse le soglie.
La riconsegno alla mamma... che sarà una manna ed appresso sposerò te.
Ed io credo che accetterò lei esultò.
Con voi mi trovo bene... provo vera gioia nel leccarvi le palle ed il pene ed ho sempre sentito gran esibizione quando mi ha posseduta... quindi gradirei molto che la cosa fosse risaputa quotidiana e ripetuta.
E fu così che una regina venne espulsa l'indomani sul presto assieme alla sua prole e che i cappellani di corte indossarono le stole per celebrare in grande stile la nuova unione.
Seguirono giorni strepitosi.
Lei felice arrivata ed accontentata... lui che finalmente la donna da tutti segretamente desiderata aveva a portata.
E furono perciò notti e notti...
non mille ed una.
Mille e dieci venti trenta notti fecero incendiare tanto che senza dubbio alcuno...
nonostante la loro favola ai puri possa perfino fare cariare i denti...
vissero lo stesso appagati sorridenti... felici e contenti.
lei era figlia di sguattera ripetutamente violentata e stuprata...
durante l'ultima invasione del castello da parte dei Mandinghi.
Fu partorita in una squallida topaia ed ebbe una giovinezza tra molti stenti e pochi avanzi.
Lo stesso comunque man mano che allungava...
intorno tanto curiosamente guardava... una gran bella faccia su splendida intelaiatura maturava...
ed una tosta determinazione creata da rabbia ed invidia ingrassava.
Stava troppo piacente quello che dal basso ammirava.
Il lusso la attirava.
Voleva sentirsi famosa.
La ricchezza esagerata fra le sue mire balenava indi...
decise di "diventare" disposta a tutto.
Che in quel mondo ci sarebbe ad ogni prezzo arrivata.
Che solamente la sedia accanto al re le sarebbe bastata.
All'uopo comunque non viaggiò per stregoni.
E non si dedicò alle arti magiche che normalmente nelle fiabe esibiscono i felloni.
No!
Dapprima maggiorò prepotentemente i seni con siliconi ed ormoni.
Poi visitò il mago dei fianchi ed il luminare dei labbroni.
Studiò quindi posizioni più che pozioni.
Seguì corsi di tecnica ed aggiornamento al parigino bordello.
Assunse un aspetto appropriato e ritornò formata al castello.
Dove tutto filava liscio ovviamente.
Dove la regina spegneva ancora i fuochi del re allegramente.
Cominciò subito la manovra di accerchiamento con una seghetta al padre confessore...
sulla soglia del convento.
Tre giorni appresso... da costui raccomandata... era al tè del cancelliere con il cardinale ed il capo del personale.
Che non fu facile da addomesticare...
però in due settimane alfine la assunse come cameriera personale.
Del re chiaramente.
Forse chi scrive ha saltato qualche passaggio... per non coinvolgere tra gli altri il santo personaggio... quantunque ci sono riuscita pensò quella sera.
Ora sta tutto nelle mie arti e nell'esporre a modo le mie parti. Perfetto.
Sapeva che doveva incominciare sobria.
La prima mattina "gli" capitò in camera con la colazione...
su scollatura esagerata e la mini nera in gamba da tacchi a spillo allungata.
Piegò il busto in avanti giusto quel che serviva per far ammirare sul retro la mutandina...
alzando la tendina e tutta premurosa le sistemò la tovaglietta giuliva... mentre lui ancora steso guardandola in gola deglutiva mezzo litro di saliva.
"Sfortuna" ( casuale? ) volle che... giusto quel dì... la madre della regina nel suo maniero avesse un malore e che lei dunque dovesse partire.
Il re poverino era triste quella sera e per dormire pensò ad una tisana da sorbire... tra i fumi del bagno ed appena appresso alle solite tre birre.
Chi sei tu le chiese quando arrivò con la tazza fumante.
La nuova cameriera sire rispose accattivante.
E ti sembra quello il modo di presentarti?
Sono un uomo sensibile sai.
Le tue straripanti grazie dovresti nasconderle un po'... altrimenti non so se in futuro mi controllerò.
Io sono al vostro servizio sire ribadì alzando la cresta...
non dimenticatelo mai.
Il giorno seguente all'alba egli non potè non notare che per aprire la finestrella... s'era tolta la mutanda ella e che per nascondere la scollatura sotto la camicetta appariva pelle pura.
Al che nel prendere il vassoio la mano gli scivolò fra due turgide enormi tette... ma lei si scostò e porse i vestiti e le ghette.
Più tardi "pertanto" si fece trovare nelle stalle ammiccante fra le balle... il pomeriggio sotto la "sua" finestra di aperte chiappe al vento prendendo il sole fece abbondante mostra.
E la sera per la tisana ed il bagno si presentò con una attilatissima tutina...
color rosa...
maialina.
L'acqua della tinozza il regnante faceva bollire nell'ammirare il suo movimento fluire.
Decise di rompere gli indugi.
Si mise seduto e le ordinò di per cui... di strofinargli la schiena.
Oh sire mai potrei toccarla... rispose fingendosi timorata bensì lui sbottò...
e per bene ... sia chiaro.
Lei allora come dire colse la palla al balzo ed aprì sul davanti...
si creò con spugna e sapone abbondante schiuma sui seni e con loro sfregolò...
eccome se non sfregolò la spina le scapole e le reali reni.
Muovendoli con le mani dopo massaggiò il collo ampiamente ed in seguito coi capezzoli iper allungati... gli ripulì le orecchie singolarmente.
Lui a questo punto era fremente.
Si alzò in piedi col coso ingrossato non da niente e pretese un pompino immediatamente.
E lei si applicò straordinariamente.
Con la lingua toccava sapientemente.
Con le labbra avvolgeva meravigliosamente e tutto bevve febbrilmente... quando lui stravenne felicemente e buona notte infine le disse gentilmente.
Non starò tanto a descrivervi quel che successe la mattina seguente... né di quanto vagina ano bocca e mani lei mosse tra spalmate di burro e marmellate voluttuosamente.
Dirò soltanto che tutto andò avanti finché non tornò la regina lei tapina... che la sera tentò di applicare le sue arti al re nelle nobili parti ed esse non risposero... che in cantina allorché la servetta gli piazzava una scrollatina o nel parco quando ancora le apriva il suo varco o se glielo nascondeva nel di dietro in fondo al vicolo sul retro.
Praticamente era fatta.
Ribadisco che il narratore tende a minimizzare e non ha tenuto conto di diverso altro mio sudore che ho dovuto versare.
O che almeno di quando io davanti e lui dietro sul cavallo privo di sella lanciato a folle galoppo mi sfondò il culetto... doveva descrivere per essere corretto... non di meno ho fatto centro si disse contenta.
Il re di lei infatti oramai stava invaghito.
La meta era vicina bastava... eliminare la regina.
Di modo che insolitamente cominciò a negarsi accuratamente... nonostante lui diventasse sempre più invadente.
È no mio sire... ora c'è la vostra dama vada da lei ad elargire la brama.
Rispondendo alle sue insistenze le fece sapere... quando stesa ignuda nel letto con la bocca l'indice si bagnava... prima di portarlo al grosso clitoride che esposto lo aspettava.
La caccerò via.
Non è mai stata brava.
Sì m'accontentava e mi ha dato due figlie... anche se a pensarci bene io la desideravo e lei esponeva il compitino da moglie e mai qualcosa che varcasse le soglie.
La riconsegno alla mamma... che sarà una manna ed appresso sposerò te.
Ed io credo che accetterò lei esultò.
Con voi mi trovo bene... provo vera gioia nel leccarvi le palle ed il pene ed ho sempre sentito gran esibizione quando mi ha posseduta... quindi gradirei molto che la cosa fosse risaputa quotidiana e ripetuta.
E fu così che una regina venne espulsa l'indomani sul presto assieme alla sua prole e che i cappellani di corte indossarono le stole per celebrare in grande stile la nuova unione.
Seguirono giorni strepitosi.
Lei felice arrivata ed accontentata... lui che finalmente la donna da tutti segretamente desiderata aveva a portata.
E furono perciò notti e notti...
non mille ed una.
Mille e dieci venti trenta notti fecero incendiare tanto che senza dubbio alcuno...
nonostante la loro favola ai puri possa perfino fare cariare i denti...
vissero lo stesso appagati sorridenti... felici e contenti.
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