Scritto da © sid liscious - Mer, 03/07/2013 - 14:29
Il piccolino si chiamava Gino.
La sua mamma Alice.
Vivevano in un grande prato il cui recinto praticamente impediva la libera circolazione solamente a loro.
Le maglie della rete infatti erano talmente larghe ed abbastanza basse da permettere il passaggio di qualsiasi tipo d'animale però... però la mamma era troppo grossa e per niente agile nel salto in alto ed il suo cucciolo manco lontanamente ancora s'immaginava d'allontanarsi da lei.
Ah dimenticavo.
Erano due asini ed abitavano in una zona fuori mano prossoché selvaggia e verdissima e quasi per nulla coltivata dall'uomo.
Il quale uomo peraltro veniva di tanto in tanto con acqua e cibarie certamente appetitose ma... ma mai quanto l'erbetta appena spuntata o il trifoglio ed i suoi fragranti fiori.
E Gino viveva estasiato da tutto ciò naturalmente.
Si svegliava la mattina ed andava dalla fagiana che covava le sue uova.
«Buon giorno signora.
Bisogno di qualcosa?».
"No Gino grazie.
Comunque se al solito non bruchi le alte erbe che proteggono il mio luogo di cova da quel perfido falco perennemente in caccia mi fai un piacere".
«Non solo non le raserò io signora fagiana.
Starò attento anche non lo facciano la mamma il cervo e la lepre.
A proposito l'ha vista oggi?».
" No".
«Uhm credo sia il caso di cercarla.
Ieri aveva mal di schiena e mi chiese un massaggio leggero con lo zoccolo.
E mi disse ne rimase sollevata assai.
Ora la trovo.
Magari ne ha ancora necessità.
Mamma mamma hai visto Giovannina la lepre?»
"No Gino perché la cerchi?".
«Lo sai mamma se posso rendermi utile sono felice e mi trovo proprio bene e lei di questi giorni non si sente in ottima forma».
"Non so prova verso il precipizio.
Sul presto va lì di solito.
Le piacciono tanto i germogli di faggio per iniziare la giornata.
Fai attenzione".
«Ok».
E così il nostro benefattore si diresse in loco se non che una volta giunto sul bordo sentì urlare.
Aiuto aiuto aiuto!
Al che sporgendosi cauto guardò giù e si rese conto immediatamente un cucciolo di capriolo s'era cacciato in una gran brutta situazione.
Non si sa se giocando o curiosando bensì di fatto era precipitato nello strapiombo per un paio di metri sulla roccia nuda ed adesso non aveva possibilità alcuna di risalire.
Lo devo aiutare decise immediatamente Gino.
Se non ricordo male ieri vicino alla mangiatoia ho visto un pezzo di corda.
Via via serve fare presto.
La prenderò con la bocca e gliela calerò giù.
Lui ancora con la bocca la prenderà a sua volta ed in seguito io rinculando lo tiro su.
E questo fece e... e risolse magnificamente la questione.
Una soddisfazione incredibile.
Ci passò sopra il resto della giornata in estasi.
In estasi in estasi in estasi.
E la sera pertanto si vantò con il mondo intero.
Raccontò le sue epiche gesta al pino... al pioppo... al furetto... alla talpa... al pipistrello... alla rana a suo marito il rospo e perfino... perfino al vento che le portasse ed amplificasse lontano lontano lontano.
E ricevendo in cambio sinceri osanna e complimenti superlativi ed ovviamente percependo di conseguenza lievitare notevolmente l'orgoglio.
La mamma Alice osservava perplessa.
«Qualcosa non va mamma?».
"Oh nulla.
Nulla.
Hai senz'altro compiuto prodezze oggi c'è poco da negare.
Unicamente io sono vecchia e con l'anzianità la saggezza cresce".
«Che vuoi dire mamma?».
Voglio dire lasciandoti travolgere dalle lodi e dai tuoi successi dimentichi... dimentichi di fare del bene a te stesso".
«Urca mamma mi sembra impossibile.
Io credo aiutando spassionatamente e rinunciando gioiosamente nessuno ha mai maturato noie personali o s'è depresso».
"Vero Gino.
Solo più di qualcuno nel frattempo ha concimato una coscienza di sé deviata.
Vedi Gino tu sei giovane ed hai un cuore d'oro ed un entusiasmo notevole.
Non vorrei questo entusiasmo ti faccia distrarre e maturare... attraverso i suoi indotti... un'opinione distorta ed errata di te e quel che sei".
«Non devo aiutare e fare per quel che posso favori agli altri mamma?».
"No no giammai abbandonare le tue nobili prerogative Gino.
Giammai.
Semmai controllarne un po' meglio i risultati credo... credo sia la via giusta".
«Non capisco mamma».
"Non abbandonarti completamente alla soddisfazione che loro provocano Gino.
Non godere esageratamente e privo di freni dello stato d'animo esaltato vissuto in quei momenti.
Non vantarti dei tuoi trionfi e non dormirci sopra sospeso sulle nuvole che... che viene il lupo o il contadino ti attacca al carro e ti colgono impreparato".
«Ed in che maniera dovrei comportarmi allora mamma?».
"Dopo accaduti alcuni atti per essere stati veramente compiuti con il cuore e dimostrarsi assolutamente utili a tutti hanno bisogno d'essere dimenticati e buttati loro nel baratro Gino.
E buttati loro nel baratro...
Gino".
E buttati loro nel baratro...
Gino".
E buttati loro nel baratro.
Gino".
La sua mamma Alice.
Vivevano in un grande prato il cui recinto praticamente impediva la libera circolazione solamente a loro.
Le maglie della rete infatti erano talmente larghe ed abbastanza basse da permettere il passaggio di qualsiasi tipo d'animale però... però la mamma era troppo grossa e per niente agile nel salto in alto ed il suo cucciolo manco lontanamente ancora s'immaginava d'allontanarsi da lei.
Ah dimenticavo.
Erano due asini ed abitavano in una zona fuori mano prossoché selvaggia e verdissima e quasi per nulla coltivata dall'uomo.
Il quale uomo peraltro veniva di tanto in tanto con acqua e cibarie certamente appetitose ma... ma mai quanto l'erbetta appena spuntata o il trifoglio ed i suoi fragranti fiori.
E Gino viveva estasiato da tutto ciò naturalmente.
Si svegliava la mattina ed andava dalla fagiana che covava le sue uova.
«Buon giorno signora.
Bisogno di qualcosa?».
"No Gino grazie.
Comunque se al solito non bruchi le alte erbe che proteggono il mio luogo di cova da quel perfido falco perennemente in caccia mi fai un piacere".
«Non solo non le raserò io signora fagiana.
Starò attento anche non lo facciano la mamma il cervo e la lepre.
A proposito l'ha vista oggi?».
" No".
«Uhm credo sia il caso di cercarla.
Ieri aveva mal di schiena e mi chiese un massaggio leggero con lo zoccolo.
E mi disse ne rimase sollevata assai.
Ora la trovo.
Magari ne ha ancora necessità.
Mamma mamma hai visto Giovannina la lepre?»
"No Gino perché la cerchi?".
«Lo sai mamma se posso rendermi utile sono felice e mi trovo proprio bene e lei di questi giorni non si sente in ottima forma».
"Non so prova verso il precipizio.
Sul presto va lì di solito.
Le piacciono tanto i germogli di faggio per iniziare la giornata.
Fai attenzione".
«Ok».
E così il nostro benefattore si diresse in loco se non che una volta giunto sul bordo sentì urlare.
Aiuto aiuto aiuto!
Al che sporgendosi cauto guardò giù e si rese conto immediatamente un cucciolo di capriolo s'era cacciato in una gran brutta situazione.
Non si sa se giocando o curiosando bensì di fatto era precipitato nello strapiombo per un paio di metri sulla roccia nuda ed adesso non aveva possibilità alcuna di risalire.
Lo devo aiutare decise immediatamente Gino.
Se non ricordo male ieri vicino alla mangiatoia ho visto un pezzo di corda.
Via via serve fare presto.
La prenderò con la bocca e gliela calerò giù.
Lui ancora con la bocca la prenderà a sua volta ed in seguito io rinculando lo tiro su.
E questo fece e... e risolse magnificamente la questione.
Una soddisfazione incredibile.
Ci passò sopra il resto della giornata in estasi.
In estasi in estasi in estasi.
E la sera pertanto si vantò con il mondo intero.
Raccontò le sue epiche gesta al pino... al pioppo... al furetto... alla talpa... al pipistrello... alla rana a suo marito il rospo e perfino... perfino al vento che le portasse ed amplificasse lontano lontano lontano.
E ricevendo in cambio sinceri osanna e complimenti superlativi ed ovviamente percependo di conseguenza lievitare notevolmente l'orgoglio.
La mamma Alice osservava perplessa.
«Qualcosa non va mamma?».
"Oh nulla.
Nulla.
Hai senz'altro compiuto prodezze oggi c'è poco da negare.
Unicamente io sono vecchia e con l'anzianità la saggezza cresce".
«Che vuoi dire mamma?».
Voglio dire lasciandoti travolgere dalle lodi e dai tuoi successi dimentichi... dimentichi di fare del bene a te stesso".
«Urca mamma mi sembra impossibile.
Io credo aiutando spassionatamente e rinunciando gioiosamente nessuno ha mai maturato noie personali o s'è depresso».
"Vero Gino.
Solo più di qualcuno nel frattempo ha concimato una coscienza di sé deviata.
Vedi Gino tu sei giovane ed hai un cuore d'oro ed un entusiasmo notevole.
Non vorrei questo entusiasmo ti faccia distrarre e maturare... attraverso i suoi indotti... un'opinione distorta ed errata di te e quel che sei".
«Non devo aiutare e fare per quel che posso favori agli altri mamma?».
"No no giammai abbandonare le tue nobili prerogative Gino.
Giammai.
Semmai controllarne un po' meglio i risultati credo... credo sia la via giusta".
«Non capisco mamma».
"Non abbandonarti completamente alla soddisfazione che loro provocano Gino.
Non godere esageratamente e privo di freni dello stato d'animo esaltato vissuto in quei momenti.
Non vantarti dei tuoi trionfi e non dormirci sopra sospeso sulle nuvole che... che viene il lupo o il contadino ti attacca al carro e ti colgono impreparato".
«Ed in che maniera dovrei comportarmi allora mamma?».
"Dopo accaduti alcuni atti per essere stati veramente compiuti con il cuore e dimostrarsi assolutamente utili a tutti hanno bisogno d'essere dimenticati e buttati loro nel baratro Gino.
E buttati loro nel baratro...
Gino".
E buttati loro nel baratro...
Gino".
E buttati loro nel baratro.
Gino".
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