Scritto da © sid liscious - Dom, 24/07/2016 - 10:25
Credo tutto sia diretta conseguenza della mia infanzia vissuta, unico maschio in casa, tra due zie quarantenni, tre cugine sui vent'anni, una mamma cinquantenne ed una nonna ottantenne.
Femmine.
Femmine dappertutto.
E non possedevo armi per contrastare dei fenomeni.
E, data la stretta vicinanza forzata, non potevo rimanerne indifferente e piano piano fui coinvolto in dinamiche a me estranee ma...
Ma estremamente utili da conoscere e distinguere.
Mio malgrado infatti annusavo gli odori.
Percepivo i cicli mestruali ed ormonali.
Coglievo le voglie sessuali e...
E mi ritrovai immerso nell'universo delle logiche e delle reazioni uterine.
Sapevo esattamente quando una aveva avuto rapporti intimi. Bastava le guardavo negli occhi.
Ed un'ascella sudata in una certa maniera era in grado di svelarmi qualsiasi proposito copulativo di giornata.
Ed un profumo di tampax appena scartato stava assai rivelatore di stati d'animo nel frangente compromessi.
Ed una zucchina annerita ed aggrinzita in superficie mi rivelava effimere consolazioni.
Ed una risata partecipata e rilassata bastava ed avanzava per capire la zucchina non serviva più.
E non è che ponessi maniacale o particolare attenzione alla cosa.
Il tran tran quotidiano volenti o nolenti m'informava.
La sera del primo pompino una cugina tornò che sembrava avesse preso una cuperosi fulminante e non volle passare i suoi normali dieci minuti abbondanti spazzolino elettrico fra i denti.
Per avere la prova definitiva pensai d'offrirle una caramella.
Rifiutò sdegnata.
Ovvio preferisse tenersi il sapore dello sperma in gola.
La nonna invece, pur avendo da tempo attraversato la menopausa, di tanto in tanto aveva comunque delle perdite di liquidi seminali.
E lasciava, impossibile da non cogliere, dietro di sé una scia pesantissima d'impressionante voglia inespressa.
Le stanze da letto delle zie d'altro canto la mattina spessissimo si presentavano pari camere a gas.
A gas di gnocca ovviamente.
Avevano perso entrambe il marito e conducevano vita normalmente casta peraltro, però il richiamo della natura quello...
Quello nessuno può contenerlo e dunque lapalissianamente nel menarsela talvolta volentieri eccedevano ed il profumo di vagina eccitata, e ripetutamente portata all'orgasmo, in ambienti chiusi è inconfondibile.
Ed avanti di questo passo insomma ed in gioventù, meraviglia delle meraviglie, mi ritrovai grande esperto in materia donna e ciò m'aiutò molto in effetti.
A scuola "leggevo" facilmente quale compagna attraversava una fase di particolare predisposizione e ne approfittavo.
Avevo voglia di scopare chiaramente.
E tale tutti a quell'età d'altronde.
Inutile perdere tempo con l'amore o i gusti estetici.
Senti senti questo rilascio d'ascella mi ricorda alcune giornate della cugina Teresa che finivano in selvaggio amplesso con il primo disponibile.
Ed ecco avevo l'amplesso.
Senti senti parole amare proferite con la falsa intenzione di non conferire eccessivo peso ad una recente, e cocente, delusione sentimentale.
Ed ecco ottenevo il rapporto orale "per fargliela pagare cara".
Senti senti ha il mestruo eppure dai pori irradia un miasma di sensualità ed al solo guardare un maschio le viene la pelle d'oca fin dentro lo scarico.
Ed ecco la scopata anale mitica.
Niente da dire.
Ero veramente felice delle prerogative maturate.
I risultati venivano copiosi e spinta in poppa da ottimo vento anche la mia vita risultava azzeccata.
Feci carriera.
Negli affari mi dimostravo un genio ed isolai perfino, al solito per via d'un aroma stavolta non passeggero bensì stabile ed onnipresente, una perfetta ninfomane da compagnia.
Solo l'invidia mi dava problemi.
L'invidia degli altri naturalmente.
Che piano piano avevano capito ad alcune situazioni non volevo resistere e tentavano d'approfittarne.
E alcuni pensarono di fregarmi.
Di soffiarmi affari o d'ottenere favori spedendomi donne disponibili, se non che io coglievo falsa codesta disponibilità in quanto non accompagnata da umori, effluvi ed olezzi proporzionali e...
E preferivo le rispettive mogli lasciate, causa diverse priorità, insoddisfatte nel loro brodo la del quale fragranza sfondava le porte di casa e si posizionava soave sotto le mie narici.
E così le soddisfazioni raddoppiavano e le invidie lievitavano.
E non male concludendo il vivere d'un geneficamente manipolato.
Assolutamente non male e sostanzialmente un unico rammarico.
La carriera politica.
Nel paese in cui vivo notoriamente territorio del geneficamente manipolabile.
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