La incontrai tra una nuvola e l’altra, spogliata dalle banalità che ci circondano. Potevo sentire la sua voce, leggere le sue parole, ma non riuscivo a vederla, a toccarla, non mi era permesso visto che stava così in alto. Non so se col tempo sono salito io o è scesa lei, ci trovammo a metà strada sospesi nella gioia di sapere, vidi la mia vita nella sua e tanti segni che precedono la pioggia. Non siamo più tornati sul mondo, non ne avevamo bisogno, i nostri corpi si unirono e diventammo una creatura che si lascia portare dal vento. Quando una pallottola di un cacciatore ci forò la gola precipitammo cadendo in mare, il sangue sgorgava come il fumo di una sigaretta dimenticata e fu allora che diventammo un pesce nascosto nelle immense profondità del mistero. Fu una rete a strascico che nella sua disonestà ci riportò a galla, fummo issati sulla barca, squartati e sezionati in tante piccole porzioni. Quando i pescatori arrivarono a riva, del pesce non c’era più traccia si era trasformato ancora ma nessuno seppe mai in che cosa. Molto più tardi tornammo tra gli umani ma questa è una storia che tutti conoscono e che non si può raccontare, nessuno la capirebbe.
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