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Scontro con la realtà

Scontrarsi con la realtà, fa male. Tanto male da dare una svolta alla vita e questa volta la svolta era tutta per lei. Forse non nell’immediato, forse con lentezza e con estrema difficoltà ma ci sarebbe riuscita e ne era certa. Assolutamente.
Come riassumere la nube di pensieri che attraversava la sua mente dopo aver capito che doveva muoversi e di corsa? Affrontando il problema, prima di tutto con sé stessa, in modo da accettare quello che era stato fatto senza enumerare i rimpianti. Senza rimorsi però, perché sentiva di aver sempre gestito tutti gli ultimi anni con spirito di appartenenza a qualcosa di enorme ed invincibile.
Dando tutto, forse non sempre nel modo corretto ma provandoci sempre.
 
Poteva iniziare con il ricordo delle innumerevoli volte in cui aveva coccolato l’ego di quel compagno che non si comportava da tale, cercando di capirlo e di appoggiarlo in ogni modo. Poteva continuare ricordando quante volte le situazioni li avevano portati a combattere assieme contro il sistema che si opponeva alle idee troppo nuove e troppo elaborate. Avevano molti dubbi sulle loro capacità ma proprio l’opposizione del mondo gli permetteva di stringere i pugni e batterli sul tavolo. Quante discussioni, quanti attriti, quante ansie esplose come bombe ad orologeria a distanze temporali più o meno lunghe.
 
Sorrise un po’ mentre la valanga di emozioni le percorrevano l’anima, non sapeva neppure cosa provare in questo momento. Forse per la prima volta nella vita, si sentiva divisa in due, il classico rompicapo che prima o poi tocca a tutti in questa vita. Sarebbe stato così semplice accettare il suo modo di essere senza pretendere nulla in cambio, considerare ogni sfaccettatura caricando le situazioni di una moltitudine di attenuanti e giustificazioni per permettere al cuore di perdonarlo, sempre e comunque. Ma non sarebbe stato così. Non questa volta. C’era già passata, innumerevoli passi verso di lui in questi anni di percorso nel rapporto tanto intenso quanto distruttivo.
Rapporto che si era sviluppato fino al culmine della passione e dello sgomento, che aveva cercato e ricevuto nutrimento nelle caotiche giornate mentre l’obiettivo comune era poter crescere assieme.
Eppure non era servito molto per sconvolgere l’equilibrio così precario che erano riusciti a costruire. Era stata lei, dopotutto, a mettere in discussione ogni cosa. Si era ribellata alla routine che lui si aspettava ogni giorno. Non aveva più accettato di dover lottare da sola per raggiungere obiettivi chiari ma difficili, gli stessi obiettivi che avevano concordato assieme ma che si erano rivelati complicati e difficili senza di lui. Ogni scelta che prendeva era ardua e troppo rapida per il suo carattere così attento e scrupoloso, lui era sempre stato il suo pilastro ed ora le fondamenta si erano sgretolate.  
 
Ne era certa, nella mente di quell’uomo così duro e fragile il dare e l’avere era sempre stato equo. Spesso si sentiva ripresa per l’estrema difficoltà con cui lui doveva gestire il suo carattere altalenante, i bisogni continui di certezze, l’atteggiamento arrogante e sfrontato verso le risposte negative ma soprattutto la sua continua necessità  di capire e di comprendere prima di agire. Però sentiva nella pelle quella sensazione che nulla è come appare. Forse accettiamo ed odiamo degli altri quello che vediamo di noi stessi. Nel bene e nel male, accettiamo il nostro divenire giorno per giorno. A questo pensava mentre continuava a riempire i bagagli per poter scappare da quella realtà che non sentiva più sua.
Proprio quest’ultimo pensiero permise il blocco momentaneo del respiro verso una rivelazione che il suo cervello quasi non accettò. Sentiva il formicolio dietro la schiena farsi sempre più forte ed il palato secco.
Amava sé stessa, per la prima volta dopo tanto tempo sentiva di poter di nuovo correre con i suoi pensieri senza sentirsi sbagliata o costretta in un guscio non suo. Amava anche lui ed era proprio questo che le permetteva di andarsene. Finalmente aveva accettato che lui non avrebbe potuto cambiare, neppure per tutto quello che lei aveva da offrirgli e che già gli aveva fatto percepire in ogni situazione. 
Non sarebbe cambiato quindi era giusto che cambiasse lei, per sé stessa e per lui.
 
Neppure una lacrime scese dal suo viso, mentre apriva la porta e voltava le spalle al suo mondo per costruirne un altro.
 

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