Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Ven, 03/07/2015 - 18:42
E lui era lì, dove quell'avverbio di luogo gli sembrava perentorio. Lì, tra quelle mura dove era nato, tra quelle strade in cui giocava da piccolo, sotto quel cielo che colorava i suoi giorni. Tutta una esistenza setacciata con cura, giorno dopo giorno, nell'incanutirsi delle ore, nello sfogliare dei giorni, nel lento abbandono al tempo.
Si poteva descrivere la sua intera esistenza?
Si potevano descrivere i suoi sogni?
E lui era lì, indifferente alle stagioni, alle ore di luce e di ombra che planavano sull'imbrunire dei suoi pensieri. Erano tappe di gioie e dolori, che spegnevano l'arsura dei suoi passi.
E lui era lì, nel centro dell'avverbio di luogo, sino allo spremere della notte.
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