Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Mer, 19/11/2014 - 21:58
Rincorrevo strofe
seguendo i suoni portati dal vento,
c'erano anche le tue parole,
ma tu fuggivi,
non ti piegavi al verso,
ribelle, scuotevi la testa
e mi osservavi ridendo.
Disperato, compitavo
versi incrociati,
cercando nuove emozioni
“Apodittico il mar
azzurro screziato il ciel
danzi immersa nel languor
del vuoto ancestral
nell'eclettico mar “
E tu ridevi
scuotendo il capo,
e in un istante tuoi capelli
erano onde accese al tramonto.
Ti sei stagliata impettita
nel riquadro di una terzina
ma poi, ridendo, hai rincorso
una rima alternata,
lasciandomi in panne
su una figura retorica.
C'era sole, cuore e amore
nella banalità piatta del mio ardire,
null'altro che sole, cuore e amore.
Ed è lì, che su quella terzina sei fuggita disperata.
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- Blog di Rinaldo Ambrosia
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