Polvere, mulinelli di polvere sollevati dal vento. Raffiche intermittenti che rendono precario l’equilibrio, che ti spazzano via. Ancora pochi passi e raggiungo l’auto, poi le cose andranno meglio. È terribile quanta polvere è presente nell’aria, sollevata dal vento. Accidenti, ci mancava pure che si aprisse la borsa. Fogli che si sparpagliano tutto attorno e volano via come uccelli impazziti. Iniziamo bene la giornata!
M’immetto nel traffico, la lenta colonna attraversa la città, a tratti l’automobile ondeggia sferzata da raffiche di vento, come un birillo impazzito. Una giungla di visi assonnati, frettolosi, mi osservano dagli oblò delle loro vetture, assomigliamo a numerosi acquari, inerti microcosmi che sfilano su una catena di montaggio.
L’ufficio è in penombra, rari visi sono già chinati sui relativi terminali. Accendo il computer. Un bagliore luminoso mi colpisce gli occhi che saranno sottoposti a questa tortura per tutto il resto della giornata. Osservo la posta, già, quella che avevo stampato stamani a casa è volata via, persa chissà dove. Il telefono squilla, ci siamo, è iniziata la giornata.
***
La nonna me lo ripete sovente: “Paola, copriti, non uscire con il vento.”, poverina, con il passare degli anni diventa sempre più apprensiva, ma non posso lasciare i vasi del giardino rovesciati a terra, guarda che disastro. Il vento ne ha fatto uno scempio; oh guarda, il vaso di viole si è rotto, lo avvolgerò con questi fogli; che strano, sembrano delle e-mail, chi sarà mai questo sconosciuto che si firma Airone? Con quest’aria chissà da dove giungono questi fogli; terribile, quel sacchetto di plastica si sta sollevando come un dirigibile, ora è meglio che rientri.
“Paolaaa, dove sei?”
“Sono qui nonna, non ti allarmare, che disastro questo vento!”
“Guarda, ...queste povere viole, dalle a me Paola, ci penso io a rinvasarle.”
“Grazie nonna, mi fai un favore perché ora devo uscire.”
***
Che traffico. La città a quest’ora rigurgita le auto che ha ingerito al mattino. Preparerò il tavolo della sala, così ceneremo lì, Anna ama molto il giardino dei vicini, dice che quell’oasi di verde tra il cemento le ricorda il cortile di casa sua, dove ha vissuto da bambina. A volte in quel giardino compare, come d’incanto, una ragazza bruna, credo che viva con l’anziana nonna, carina però.
Guarda guarda, il vento di stamani ha trascinato nel mio posto auto questo piccolo telo di nylon, deve essere della vicina, ora glielo appoggio alla siepe.
Che fatica salire le scale; eppure se non le faccio a piedi va a finire che durante il giorno non faccio mai del moto.
Bene, il vento è cessato, preparo la tavola e cucino qualcosa. Spalanco la porta del balcone e accendo il PC. Mettiamo su un po’ di musica. Certo che si sta proprio bene qui fuori, l’aria non è fredda, il sole è al tramonto, il cielo si sta scurendo e l’atmosfera si fa magica. Ehi, una finestra è apparsa sul monitor, è arrivata della posta, vediamo.
[ Mozart non sarebbe più indicato per una serata come questa? – Orchidea ]
“Che diavolo...” Ma chi può essere? Non vedo nessuno qui attorno, in questo anfiteatro di palazzi e la vista verso le montagne.
[ Chi sei? – Airone ]
[ Una che ti osserva. – Orchidea ]
Accidenti! Risponde pure in tempo reale. Chissà chi diavolo sarà. Ecco l’auto di Anna, puntualissima come suo solito, ora si cena.
“Non l’avrei mai detto, Mario, ma la tua cucina sta gradualmente migliorando.”
“Ehi, Mario, ti sei accorto che il PC è acceso? È apparso l’avviso di una e-mail, ora te la leggo, dice:”
[ Seratina galante casanova! – Orchidea ]
“Accidenti! È da stasera che questa fantomatica Orchidea si diverte ad osservare e commentare ogni mia azione. Il fatto è, Anna, che non ho la più pallida idea di chi sia e dove sia.”
“Ti mette a disagio?”
“No, mi presto al gioco, anche perché mi è sufficiente sapere che mi basta chiudere le tende per farla sparire, come a teatro quando cala il sipario.”
“Però la cosa ti irrita, vero?”
“Già, magari è una maniaca che mi osserva con un cannocchiale pronta ad uccidermi.”
“Esagerato!”
“Succede sempre così, le cose all’inizio sembrano insignificanti, poi quando le leggi sui quotidiani, ormai il fattaccio è già successo; e ora fammi chiudere le tende e spegnere il PC; quell’impicciona è riuscita a mettersi tra noi due rovinandomi il buon umore.”
***
Accidenti, ne avrò per tre ore buone a sistemare il giardino, sembra che sia passato un uragano. Ecco il vicino di casa che sta trafficando con l’auto, sembra che quella vettura necessiti di manutenzione continua. Però, ora che si è avvicinato, guardando bene, non è niente male il ragazzo! Ecco, mi sta dicendo qualcosa.
“Scusa, ma non ti piove mai in casa?”
“Che cavolo gli prende, è matto o cosa? “
“Intendevo dirti che hai il tetto con alcune tegole sconnesse, da dove abito io intravvedo i travetti scoperti, perciò ti ho fatto quella domanda.”
“Ah... mi sembrava. No, non me ne sono mai accorta, anche perché nel sottotetto non ci andiamo mai, capirai, vivo con mia nonna.”
“Se vuoi salire un attimo da me così ti puoi rendere conto in che condizioni è il tuo tetto.”
Che fa questo, ci prova? Posso fidarmi?... mah, proviamoci. “D’accordo, salgo solamente per un attimo perché ho ancora un mare di cose da sistemare; avverto la nonna e arrivo.”
“Va bene, ti aspetto al cancello.”
***
“Strettino, questo ascensore”
“Sì, io lo uso poco, solitamente uso le scale, giusto per tenermi in forma ...a proposito, mi chiamo Mario.”
“Paola”
“Ecco, ci siamo, aspetta che apro.”
“Però, carino qui, Mario.”
Accidenti che ordine, mi sembra di essere piombata nella sala di un museo, non sarà un po’ maniaco il ragazzo? Mi sa che questo andrebbe d’accordo con la nonna. Che bel panorama si vede da questo balcone, ecco le finestre di casa mia coperte dai tendaggi, è bello il giardino con quel verde in mezzo agli edifici.
“Ecco Paola, quello è il tuo tetto!”
“Oh cielo! In che condizioni è ...non ce ne siamo mai accorte. È dove c'è un ripostiglio che non usiamo mai. Dovrò farlo riparare al più presto!”
“Be' forse è meglio, se non vuoi che a te e a tua nonna crescano le pinne!”
“Mario, cosa stai facendo con tutto quel cibo sparso sul tavolo?”
“Sto cercando di preparare una nuova ricetta, sai a volte sperimento nuove cose, amo cucinare, in particolare amo i dolci.”
“Senti Mario, dal momento che ami la cucina e i dolci (e che sei simpatico, ma questo non te lo dico), se ti va ti invito a cena da noi domani sera, così potrai assaggiare le specialità che cucina mia nonna”
“Perbacco, ci verrò volentieri (e non certamente per conoscere tua nonna), così avremo uno scambio gastronomico. Non vi preoccupate per il vino, a quello penso io.”
“D’accordo, la nonna sarà contenta di conoscere un vicino di casa nuovo. A domani, allora.”
Però, è decisamente simpatico, un po’ strano con questa sua mania per l’ordine, ma forse sarà perché fra tutti gli amici che conosco non ce né uno ordinato.
Però, è decisamente carina, tutta compita con quei modi così riservati, e poi vive con la nonna, loro due sole, sembrano uscite dalla fiaba di Cappuccetto Rosso. E gli occhi, ragazzi che occhi, scuri come i suoi capelli …e vai Mario, che ci siamo!
***
“Vedrai, nonna, che ti piacerà”
“Ma figuriamoci, con la casa tutta in disordine invitare uno sconosciuto a cena, nipote mia, non sai più che cosa fare?”
“Tranquillizzati nonna, è tutto a posto, e poi non si tratta di un ricevimento ufficiale, sarà una cenetta informale, magari vi scambierete delle ricette, voi!”
“Ora vado in cucina a badare alle pentole, non vorrei che bruciasse il sugo, mentre tu apparecchi il tavolo, e sia ben chiaro che io dopo cena voglio riposare, sai la mia schiena... perciò me ne andrò diritta e filata nella mia camera, e bada che non voglio essere disturbata, intesi?”
“Puoi contarci nonna!”
***
No, questa non va bene, ma dove diavolo si è cacciata la cravatta verde? Dunque l’ultima volta che ho indossato la giacca blu era Natale? O forse l’ho indossata al pranzo di Pasqua? Forza, Mario, che sei già in ritardo, mica vuoi fare una brutta figura? Va bene, un’ultima occhiata allo specchio, e poi via. “Specchio, specchio delle mie brame, come sarà Paola nel suo reame?”
Ci siamo, dovrebbe già essere qui, accidenti se sono agitata, Cos’è, Paola, un colpo di fulmine? Cupìdo con i suoi dardi ti ha forse straziato il cuore? Calmati, siediti per un istante e calmati. Fossi matta! Dall’ultima volta che ho rimorchiato qualcuno ne è passata dell’acqua sotto i ponti, e poi questo è proprio carino, figurati, cucina pure!
***
“Dunque è lei il giovanotto in questione, si accomodi!”
“Sa, signora, sua nipote ha cortesemente insistito che...”
“Conosco bene mia nipote, ma venga ...accomodiamoci al tavolo.”
“Guarda, Mario, che la nonna ha preparato una cenetta con i fiocchi; peperoni in bagna cauda, acciughe con bagnetto verde, agnolotti ripieni, coniglio con olive, e dulcis in fundo, per dolce il bunet!”
“Allora ho fatto bene a portare Barbera e Dolcetto, e con il dolce un buon Moscato ...uno di quelli che oggi è raro trovare!”
“Ah, il Moscato, il vino delle donne per eccellenza!”
“Ma dai nonna, esci sempre con queste frasi fatte, tipiche dei tuoi tempi.”
“La vita è una ruota, Paola!”
“Appunto! Devi sapere, Mario, che la nonna, dopo aver lavorato per anni come dattilografa, ora sta riversando su computer i suoi scritti giovanili.”
“Però, signora, vedo che non disdegna questi mezzi moderni...”
“Be', mia nipote mi ha insegnato un paio di cose, per il resto è come battere su una macchina da scrivere elettrica, forse il computer è meno rumoroso... ancora un po’ di dolce, giovanotto?”
“È veramente squisito, signora, grazie.”
“Ecco, Mario, la nonna è nuovamente andata a trafficare tra le sue carte nel suo studio, a volte sembra un alchimista immerso nell’antro del suo laboratorio; oh, rieccola!”
“Bene, giovanotto, ora lei mi scuserà se vi lascio soli, ma sono stanca e devo riposare.”
“Si figuri, signora, grazie per la cena e buona notte!”
“Mario, io accompagno la nonna in camera. Dammi due minuti e ritorno.”
“Sì, senti, Paola, io ne approfitterei per... andare in bagno. Dov’è?”
“In fondo al corridoio a sinistra, vedi di non perderti, questa casa è un labirinto.”
Già, me ne sono accorto, è incredibile il numero di stanze che vi sono; dall’esterno questo sembra un edificio stretto e lungo. Allora la porta deve essere questa. No, sono entrato nello studio della anziana signora. Però, che libreria ben fornita. Quanti libri! Bella quella foto della nonna in bianco e nero, la stessa espressione che ha Paola!
Uscendo, la nonna deve aver scordato il computer acceso.... Ha lasciato la finestra della posta aperta, c’è un messaggio in uscita, vediamo un po’.
[ Grazie per la magnifica serata. – Orchidea ]
Ahhh!!!
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