Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Ven, 10/07/2015 - 09:07
È nell'osservare il suo studio che l'occhio inizia a perdesi, a vagare privo di commenti. Carezza le suggestioni delle tele appoggiate al pavimento, delle carte impilate in attesa di essere composte, dei frammenti di parole che catturano l'attenzione. L'occhio rimbalza, palleggiato dai tubetti di colore, dalla disposizione dei pennelli, dal calore che l'ambiente emana.
E' lo studio, il luogo dove l'artista opera elaborando un immaginario che emerge lentamente dal suo profondo. L'istante creativo è un istante magico, dove materiali e i colori si sottraggono dall'ordinario e prendono forma.
Qui si libera il pensiero dell'artista generando una malia.
Allora, la mano, il pennello, lo straccio distendono il colore. L'opera si forma lentamente, addentrandosi in una dimensione priva del tempo. La spatola graffia, libera i sedimenti della precedente accumulazione di materiale. Il disegno è una esile traccia composta che sottolinea la deriva del colore, il depauperare della materia.
I materiali, misuratamente inseriti, formano una alchimia con il colore, inducono alla forma espressiva che accompagna la ricerca dell'artista, già rabdomante di forme.
Lo studio è un contenitore che risuona di energia, una vena pulsante che vibra e rimbalza su ogni oggetto. Fa un effetto strano percepire questa cosa così presente e nel contempo così impalpabile, imbrigliabile in nessuna forma o ricettacolo .
L'energia entra in me, mi verrebbe voglia di intervenire su quelle tele con pennelli, schiacciare i tubetti di colore come dentifricio, seppellire quei cordoli colorati con della sabbia, cauterizzarli con il fuoco.
E poi, in una lenta psoriasi, sgranare quel supporto, abbattere quella superficie, intervenire sul colore, incollare, in un dialogo muto, delle esili strisce di carta, messaggi verso l'universo e contrapporre le loro presenze.
“La nuit s'écoule. Lentement, avec ses sortilèges. “
“Je suis. Je vis. Je regarde. Je respire.”
Ma queste cose è l'artista, Francesco Pagni che le fa da sempre nel suo immaginario, nel suo studio, nella sua vita.
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