Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Dom, 06/11/2016 - 16:48
C’erano quegli istanti tutti nostri, dove la sera fuggiva verso l’ignoto mentre i sussurri confondevano le ore. C’era tutto un emergere di momenti, istanti del nostro vissuto che si incrociavano con il presente. Tu eri lì, e sorridevi contro le intemperie della vita. Eravamo dei sognatori. Ricordi? Passeggiavamo immersi in quel pacato autunno, tra i campi solcati dall’aratro dei trattori, e foglie che si accartocciavano al tempo. Rincorrevamo sogni simili a falene che si incrociavano sui nostri pensieri.
Confondevamo la notte e il giorno tra le parole che fuggivano dai nostri pensieri e si facevano ardenti attimi di vita. Erano suoni che si alzavano da stagni immobili, nei parchi ricoperti di foglie in attesa del gelo. Le parole fuggivano dalle nostre labbra come il solfeggio dei nostri baci. Erano auto lanciate in corsa, copertoni in fuga. Traguardi tagliati di una gara senza fine.
Eravamo liberi, oggi come allora, senza il timore del domani, liberi di scavalcare il futuro, e di vivere nel suono delle nostre parole e dei nostri silenzi, perché con la tua presenza, tu coloravi il giorno, dissipando i brividi della notte.
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