Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Ven, 18/07/2014 - 10:38
È nella modanatura della porta, il ricciolo di polvere
che ruota nello spazio, sospinto da un soffio.
C' è tutta la catarsi del periodo finito nelle tue parole
abbandonate sul post-it in cucina.
Vuoi celare i tuoi pensieri mentre il biciclo di Carnot
scivola via dalla pagina, nella termica delle tue emozioni?
La vita è un esame orale, non orofaringeo come
l'urlo che sale dalla via.
Ma il treno è già partito dall'ultima banchina
e marcia a ritmo serrato, infrangendo spazio e tempo.
E il tuo viso volteggia scosso dal ritmo dei binari.
Di sogni si nutre l'uomo nelle pagine della vita
o tra i seni di Evita. Di spazi si copre il giorno
perso nel tubolare scalzo di quel velocipede
discosto dal ciclo-velodromo.
Palindromo è già il ricordo della tua partenza,
nel distacco dei giorni,
tenue preludio dell'ammantare delle notti,
mentre il telefono suona.
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