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L'amore vince la morte - 2

   In vita intanto nessuno si ricordava più di lui. Era sparito dai ricordi di tutti ed era fiero di quella fuga.
   Solo ogni tanto sentiva, di sfuggita, arrivargli un'onda di pensiero. Come una piccola scossa, che disturbava appena la sua placidità. Buttò questa sua impressione nel flusso in cui si incrociavano le energie degli "aspettanti"e gli arrivò una risposta: « Qualcuno nella vita ti pensa ancora. »
   Non sapeva da dove era arrivata quella risposta. Poteva essere il pensiero di un altro "aspettante" o poteva essere solo una sua intuizione. Comunque, quella ora era la verità e lui cercò di capire quale persona avesse dimenticato quando aveva fatto pulizia nelle menti di coloro che lo pensavano. E alla fine gli arrivò l'immagine di Francesca, l' infermiera dolce e carina che lo aveva assistito negli ultimi mesi della malattia.
   Certo! Era lei che ancora ogni tanto lo pensava! Lo faceva con un pensiero lieve e soffuso, ma continuava a pensarlo...
   Si ricordò allora di quell'ultimissimo incontro della sua vita. Del filo sottile di complicità che aveva trovato con quella giovane donna; che lo assisteva con cura, e che - gli sembrava - lo faceva anche volentieri, con una premura moltiplicata rispetto a quella che riservava agli altri pazienti.
   La vedeva arrivare spesso da lui, anche quando non suonava il campanello. E a volte, soprattutto la sera, nel silenzio ovattato dell'ospedale semiaddormentato, la vedeva sedersi sul bordo del letto e cominciare a chiacchierare del più e del meno... Raccontargli qualcosa della propria vita; chiedere a lui qualcosa della sua...
   Poi, quando nelle ultime settimane gli avevano prescritto la morfina, subito dopo l'iniezione che lei quotidianamente gli faceva, sentiva scattare tra loro quell'atmosfera di vera euforia: con lui che, reso tranquillo dall'effetto del farmaco, la intratteneva in modo brillante e raffinato; e lei che rideva, che si divertiva, e che quando la chiamavano ritornava serissima e professionale, ma lasciava intravedere quanto le dispiaceva andarsene.
   E gli tirava su le coperte, con amore, accarezzandogli appena il braccio nudo...
 
   A questi pensieri si sentì sciogliere e si ricordò dell'amore. Si, dell'amore. Quella dimensione della vita che era stata tanto importante per lui.
   « Già, l'amore! - si disse (o si sentì dire) - Non ci avevo proprio più pensato da quando sono qui...  Anche quello non è niente quindi?... E' solo una fissazione maniacale degli uomini vivi?... Uno dei tanti "nomi" che l'uomo ha inventato? »
   Questa volta la risposta non arrivò da sé. E quando lui ripensò quella domanda, arrivò lieve nella sua mente una possibilità. Non una risposta stavolta, solo una possibilità: « Può essere... Ma questo devi scoprirlo da te... Devi scoprire se quello che hai provato in vita con l'amore è importante o fa solo parte delle tante sovrastrutture dell'io...»
   « Ah… “sovrastrutture dell'io”! - gli disse un pensiero - Bella questa, davvero...» E si mise a ridere... Scoppiò in una risata cosmica, che sentì rimbombare dentro di sé o forse, chissà, fuori di sé, in quello strano mondo degli "aspettanti".
   Si sentì bene allora, si sentì forte, e decise di pensare alla sua infermiera, l'unica che in vita ancora lo pensava. Decise di concentrarsi su di lei per capire come lo ricordava e per sapere se poteva in qualche modo influire sulla sua mente e sulla sua esistenza.
 
   Appena si concentrò su di lei, sentì arrivare un flusso chiaro di pensieri.
   Non era come il flusso indistinto e indeterminato che sentiva circolare nel mondo dei morti "aspettanti". Questo era un flusso chiaro, definito, comprensibilissimo.
   Evidentemente i vivi, con questa gabbia dell' “io”, tengono separati e distinti i propri pensieri da quelli di tutti gli altri; e dall'al di là si potevano distinguere con chiarezza.
   Si accorse però che dei suoi pensieri poteva sentire solo quelli che lo riguardavano. Ogni tanto gli arrivava un input, un feedback, e poi più niente. Ma notò anche che man mano che lui si concentrava nell'ascolto di quel flusso, aumentavano i pensieri di lei che gli arrivavano.
   Si perse in questo gioco allora, e si divertì. Per la prima volta da quando era nell'al di là, si divertì e si sentì in paradiso: « Ecco cosa è il paradiso... - si disse - Divertirsi senza stress! »
   
 continua...
 
 
 
 

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