di Roberto Furcillo
A questa luna introversa
che disdegna di illuminare le ombre.
A questa luna lunatica
che non si allunga più sugli angoli
delle mie mura sbriciolate,
ora annerite, un po’ammuffite.
A questa luna cieca
che rende il mio nero ancor più nero.
A questa luna pigra che non ha voglia
di colorare di bianco il mio bianco
e il mio rosso di rosso.
A questa luna risentita
disamorata ed assente
quasi offesa, indolente,
che si nasconde dietro nuvole uggiose.
A questa luna ormai stanca
che non sopporta teste chine
e nasi appesantiti di innamorati svogliati
che non sognano più abbracci rubati
nei campi di grano
e mani vogliose
frugare sull’acre frutto nascosto
e sentir mugolare la lupa solitaria.
A questa luna che non si tuffa più
ad illuminare il pozzo
dove ormai languono desideri
tristemente avvizziti.
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