Scritto da © Anser - Dom, 07/03/2010 - 17:51
Una ragazza, a Torino, si è scoperto circa un anno fa, è stata segregata da suo padre in una stanza e violentata per ventiquattro anni. Io vorrei dedicarle queste parole, e dedicarle a tutte le donne che subiscono, quotidianamente, violenza da parte degli uomini. Sette milioni di atti di violenza, ogni anno, nelle mura domestiche, che raramente vengono denunciati. Vorrei che ogni uomo riflettesse su questo, prima di regalare, per l'otto marzo, il solito stupido mazzo di mimose.
Buio.
Solo in passi nel buio.
Pesanti. Trascinati.
Orrore.
Odore che spezza il naso
e la porta che si apre
violenta.
Un lampo di luce
e si intravede il cielo
da una finestra.
Buio. Ancora buio.
Un respiro affannato, bestiale
come un rantolo.
Un vomito, un dolore.
Mani che aprono le gambe
che accarezzano viscide,
sporche, come alghe marce,
come insulto e sputo.
Buio. Occhi che vedono il buio
Null’altro. Nessun confine.
Mani nel tuo sesso,
che frugano, senzà pietà.
Mani sui seni, sul volto,
sui fianchi.
Mani sull’anima
che succhiano
stritolano
sporcano.
Qualcosa entra dentro
e lo senti. Non hai grida.
Non hai dolori, non hai nulla.
Solo il buio e quel respiro
da macellaio sulla tua bocca.
Ti lasci frugare inerte.
Poi la risata. La solita risata.
E qualcosa d’appiccicoso sul ventre.
Nel buio. Che ti copre.
Ti protegge. Ti salva.
Ancora un lampo di luce.
Breve come un respiro
E la porta si chiude
e senti i passi che vanno via.
E resti al buio.
E le tue lacrime rotolano
e sono l’unica luce,
l’unica speranza
l’unico scopo.
Anser - e-mail - msn occitania@hotmail.it - FB Anser Occitania
»
- Blog di Anser
- Login o registrati per inviare commenti
- 1272 letture