Scritto da © Salvatore Pintus - Dom, 08/04/2018 - 06:47
Volto avito di donna fiera,
lupo mancato sui sentieri del parco:
maestra di cortesia vetusta,
allure di perla scaramazza,
che il conversare
tiene in gran costumanza,
com'anche il colorare
immaginifiche suggestioni.
Alla fiera degli equivoci
ti propone gocce di remissività,
diluite nella tisana allo zenzero;
se stai al giuoco,
può prenderti per mano,
e nascondersi,
zufolando terzine da sballo,
nei chiaroscuri di grinzose ruvidità,
oppure negli scabri meandri
d'indecifrabili congiunzioni astrali.
Virtuosa della prossemica,
puoi trovarla, all'ora del thè,
nel personale circolo Pickwick,
che fioretta, a canoni aperti,
sul flusso di coscienza
con VirginiaWoolf e Alda Merini.
Lirica incantatrice,
maga di criptica espressività,
funambolica s'affaccia
declinando cioccolatosi versi
nel salotto shabby,
del Quartiere Latino,
tra Pigalle e Machu Picchu.
Puoi toccarne la fantasia,
mentre fiorisce
i canti che ti offre,
seguendone la scansione
e l'armonia timbrica.
Ma se ricerchi,
in lei, l'essenza del vero sentire,
visita la luna del vissuto;
coglierai il chiarore dell'apparenza,
epifenomeno di frettolosi approcci.
Uscendo, dai mille affluenti,
puoi navigare il suo lato nascosto,
cui fan velo melanconie, mestizie,
e stabatmater esistenziali:
ma non il lato scuro;
not the dark side,
but the shining one of own light
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