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L'humus delle rose

Baltimora. 8.20 a.m.
Mary si stira sulla punta dei piedi. Si sente appesantita, ma felice. La gravidanza procede. Tutti i test favorevoli. Sarà una femmina." Fatti maschi, parole femmine" suole ripeterle il marito in un italiano alquanto ammaccato. John si aspettava il maschio come primo, ma, da quando Mary è entrata nell'ultimo mese si è abituatato talmente all'idea di avere una figlia, che non sta più nella pelle. Ed ogni giorno cerca di dimostrarlo con naturale affetto. Mary è incantevole. Il seno è cresciuto, le guance di vellutata pesca, gli occhi illuminati da centinaia di stelle. Rideva pensando alle amiche: -Ma chi te lo fa fare. Sei ancora troppo giovane per il matrimonio-. Non conoscevano John. L'uomo ideale. L'uomo perfetto. John è Jonh. Dopo il matrimonio si erano spostati da New York a Baltimora, nel Maryland. Jonh diceva che un posto con il nome della moglie avrebbe portato fortuna. Avevano acquistato una bella villa, venti miglia fuori città. L'atlantico si estendeva a vista d'occhio ed il profumo di iodio riempiva i polmoni. La casa era appartenuta ad una coppia di anziani di cui lei era rimasta vedova e aveva venduto. Ben tenuta e con un ampio giardino che dava sull'oceano. Mary fece colazione. Si sedette sotto la quercia che frusciava al passaggio di un vento calmo e saporito. John era ingegnere della M&Co Industry. In quel periodo era molto inpegnato e si vedevano soltanto di sera. Mary aveva già tutto pronto per la nascita. Chiuse gli occhi. Il vento trasportò l'odore della terra che si dissetava ancora della brina notturna.
l'unico neo di quella immensa felicità era il dolore causato dalla malattia mentale della madre, alla quale, forse, non avrebbe mai potuto far conoscere sua figlia. Un caso di schizofrenia grave, che l'aveva portatata quasi ad uccidere il marito.Questi, però, non l'aveva abbandonata.Erano quasi due anni che il papà di Mary faceva la spola nelle varie cliniche psichiatriche d'america senza grossi risultati.Alcuni specialisti davano per scontato l'ereditarietà della malattia, Ma per fortuna, nè Mary, nè i suoi due fratelli ne erano stati colpiti. Si alzò e passeggiò sullo stretto viale lambito da cespugli di rose. Erano bellissime Francis meilland dal tenue colore rosa pallido, quasi un leggero rossore sulle guance di una vergine. Il loro profumo era degno del nome che portavano. Mary le adorava. C'erano già quando vennero la prima volta e quei cespugli erano stati così ben tenuti, che il rigoglio delle rose era continuo. Di notte poi la luna le irradiava di un bianco latte che dava loro aspetto di tessuto setoso. Si avvicinò una di esse alle labbra e ne succhiò il nettare. Inebriata si sentì mancare e sedette per terra. Stette in quella posa abbastanza a lungo. Poi sentì la voce: "Mamma, mamma". Era una bimbetta, che a stento si teneva in piedi. Era uscita dai cespugli e avanzava ondeggiando verso di lei. Aveva le labbra carnose , gli occhi di un verde, che un pò gli ricordavano quelli del suo John. Aveva il vestitino sporco e strappato. Mary la strinse a sè.- Da dove vieni piccola, dimmi sei di queste parti? hai perso la mamma? Su non piangere- Mary la dondolò fino a farla calmare poi le cantò una canzone di angeli e fate
.-Mamma-
-Stai cercando la mamma-
-Si-
-Dove abiti-
-Qui-
-Dov'è casa tua-
-Lì-
-Mamma i capelli. Pettinare-
-Va bene piccola-
Se la portò a casa e la lavò e la cibò. La piccola sembrava calma. Avrebbe dovuto chiamare la polizia, ma esitava. Voleva tenerla un altro pò con sè.-Come ti chiami?- Mamma, giochiamo ancora?- Incominciarono a rincorrersi per la casa. Poi fecero nascondino. -E venti- Mary iniziò a cercare la bambina. Dapprima gioiosa, poi in ansia, non riusciva a trovarla. Girò in tutta la casa, guardò in tutti gli armadi. Niente. Uscì fuori. Guardò in tutti gli anfratti. Stanca per il peso del pancione, si sedette sotto la quercia. Aveva la nausea,la testa le girava. In quel momento riapparve la bimba, che si alzò e abbracciò Mary. Poi si diresse verso le rose e scomparve. In quel momento risunonò la sveglia nel carcere di Baltimora.
Mary si destò contrariata. La cella era fredda e il letto scomodo. Ma quella era la sua vita da quindici anni, da quando aveva fatto a pezzi la figlia appena nata e nascosto quei pezzi , insieme a quelli del marito Jonh, sotto i bei cespugli di rose meilland.

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