Scritto da © Stefania Stravato - Mer, 25/04/2012 - 11:27
macchierà la nebbia
il sangue di colombe, immolate
ai crocicchi di malva in fiore
sulle alture dei campanili
quasi un languore, di dita
quei vessilli di aurora
a sfidare Dio
e non avranno voce
le gole tagliate
dopo il futuro di vecchie primavere
per chiamare ancora mani
a carezzarci, come il bianco dei sogni
la tenerezza di un sì,
curvato nel coraggio di un bacio
e quel poco di vivo che resta, del cuore
e non avremo occhi, no
per tenderci nello stupore grato
quando i fianchi si fanno sponda, al mare
sarà lama l'ultimo vento, a coglierci
distesi sulla pietra della piazza
dietro al tramonto
inutilmente nudi
inutilmente muti, a trattenere
nel cavo del petto, una scintilla di memoria
e incauto, il rimpianto dell'amore.
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