Scritto da © Nadia C. - Mar, 07/04/2020 - 17:59
Identificazione: interiorizzazione del desiderio dell'altro
rendiamo parte di noi ciò che desidera l'altro
siamo succubi di tale desiderio
forse perchè affascina essere ciò che gli altri desiderano.
Ma allora chi siamo?
Ciò che desideriamo o ciò che desiderano gli altri?
Coincidono le cose? Sono in sintonia?
Egocentrismo e autostima giocano in questo cerchio di identificazioni
per sentirci belli, forti, desiderati, desiderabili.
Siamo succubi dell'altro, passivi, ciechi.
Cosa fare quando ci rendiamo conto di aver costruito la nostra identità
i nostri desideri, i nostri valori, in maniera dipendente?
Che non l'abbiamo scelto noi?
Che in realtà siamo ciò che gli altri vogliono?
Ebbene, sono come tu mi vuoi
genitore, amico, fratello.
Quando le catene stringono si ha la rivoluzione
la rivolta, la ribellione.
Diventiamo ciò che gli altri non vogliono
ciò che disprezzano, rifiutano.
Ma anche questo non è un atto indipendente
perchè guidato dall'altro
dal loro antidesiderio, dalla loro volontà opposta.
Ma comunque ci sentiamo liberi
è liberatorio, uno sfogo senza misura.
E così diventiamo insieme ciò che gli altri vogliono
e ciò che gli altri detestano.
Interiorizziamo i desideri dell'altro
le sue voglie, le sue emozioni
confondiamo i nostri prodotti con i loro
mescoliamo le rappresentazioni dell'altro con le nostre
come acqua di fiume che si mescola nel mare
e si perde.
Allontanati da chi cattura la tua immagine
la vuole per adornarla, senza il tuo consenso.
Chi cattura la tua immagine non ti vede veramente
vede solo la tua apparenza
che abbellisce con ornamenti frutto di desiderio
di giudizio.
Cattura, modifica e riflette
e tu vedi il riflesso
ti convinci di essere tu
ma non c'è convinzione più sbagliata.
Come la luna che riflette e gli stolti chiamano sole
se la luna avesse consapevolezza e potesse ascoltarli
allora davvero si crederebbe sole.
Così tu, ingenuo, che vieni definito bello, brutto, intelligente o stupido
se ascolti lo sarai davvero.
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