Moscerini che danzano
sul vetro del parabrezza
di una macchina sportiva,
blaterano di qualunquismo
si parlano di poesia.
Poesia? Che vuoi che sia poesia?
Mentre sorseggi il tuo aperitivo
misto a coca
con la tua tuta sportiva.
Poesia?
La poesia vera
è una puttana nigeriana
a cosce larghe sull’Appia Antica
che pensa ai colori a cera di suo figlio
e alla recita dell’Ave Maria.
Poeti?
Dove? Quando?
Stanno con gli operai rumeni
sulla grande impalcatura
senza cinghie, ma solo sigarette
nella bocca e senza filtro.
Piccola borghese,
con uno yogurt senza grassi
sulle ginocchia,
cosa ne sai dei poeti?
Meriteresti di rammendar calzini
sotto il palco di santa ghigliottina
di finire davanti al plotone della rivoluzione
a Parigi
nel ’71
quando i comunardi
rovesciavano i preti
dai loro troni.
Invece eccoti qui
a parlare di poeti
a giudicare
alla qualunquistica centuria
del tuo parco a fiori
nel tuo imbarazzante attico
davanti al parco delle mule gravide.
Moscerini
che blaterano
che si credono indovine
che spettegolando
sul vetro della macchina sportiva
si credono farfalle
ma presto le spazzerà via
il doloroso incubo
di pelle scorticata
da un’emozione vera.
- Blog di giuseppe diodati
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