Scritto da © antonio devicienti - Dom, 08/11/2009 - 15:47
L'altro mio nome è φως luce -
era ancora un bimbo e lo sorpresi
mi feci freccia scoccata fino ai suoi occhi
dal mare e poi sabbia e canneto fino a
la latomìa entrai vi entrai
irruppi nel buio della sua mente
vi apersi fessure flegree fuoco feroce
d'amore e cratere di circolare stupefazione
εκ μου το φως
era ancora un bimbo e vide
lame d'aurora
gli pitturai il rosso della sapienza
sulla faccia e nello sguardo
ruppi l'ostinato cordame che
gli legava i pensieri
from me was the light coming
come albeggiando
ed egli s'innamorò
con l'olfatto vide le faglie intrise d'aglio selvatico
vide con le mani l'argilla amaranto del vasaio
con l'udito vide il vento mentre danza
sulle mura crestate del fragore
vide con la lingua l'ordine salato delle cose:
siccome abito anche nel fulmine
lo sedussi al λογος
un ιχθύς alato ventaglio di luce scavalcò l'orlo
della scrittura
e ne festeggiò il nome: του Πλάτωνος”.
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