Scritto da © Max - Lun, 15/09/2014 - 10:10
D' un vagito sommesso
l'aria s'imbeve di trilli
un frinire in crescendo
di labbra mai stanche
ero serpe di giada
sul letto arruffato
candido il chiarore
di luce inerte
un abbraccio dorme
sulla piega dei corpi
un pube scoperto
ricorda l'amplesso
eri un'arma bipenne
leziosa e sfrontata
nella ghirlanda del crine
merce cara invaghita
soffoca la memoria
il tempo s'è arreso
sulla cresta dei baci
minuzie svagate.
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