Scritto da © matris - Mar, 17/06/2014 - 13:19
Resistenze come tralci di vite segnano fredde
il verde amaro di legnosa rabbia,
cerchi nel grano il regalo donato
ai fratelli spiaggiati, stremati,
erosi da pensieri dilaniati,
siglati su muri di cristallo
tradotti nelle processioni di parole
vige in loro il danno invocato da lignei ex voto.
Nelle tombe scavate, devianze sregolate
da ore perse raccontano il letargo dei tuoi occhi.
Risveglia, se puoi la radiosa visione
baciando i piedi al tepore del giorno,
per non vederlo soccombere ancora
tra i ricci adorati del tuo viso
a seguire ancorata al tempo
la risacca montante il primato vivo della tua bellezza.
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