Lirica di Vittorio Fioravanti
C'è un momento alla fine
che uno sente sfuggirgli
qualcosa dentro
Nell'ansare e i sospiri
e il pulsare disordinato
d'arterie ormai ingombre
di reti e relitti sfasciati
Ai margini d'una vita
Ieri ho intravisto
qualcuno svanirmi dentro
appena dietro a una vetrata
con su stampati i riflessi
d'un interno notturno
tra un avviso giallonero
e le due lucide strisce
dei binari lasciati liberi
da un treno ripartito da sempre
in un frammento mai spento
delle mie memorie
Poi una voce
Le nostre parole scarne
sono un pugno di foglie
strette nella mano chiusa
Poi un profumo
e uno sguardo
Lei che ha negli occhi il colore
d'una brezza d'aprile
Razza superba
Mi scavo dentro il suo profilo
e il fiato che ci accomuna
con i gesti d'una danza
leggera appena accennata
nel fumo bianco sottile
d'una sigaretta accesa nel buio
C'è un sorriso tra di noi
Il caldo calore dolce
d'un contatto umano
E subito dopo l'addio
Se mi chiedo il suo nome
ancora oggi non so rispondere
E' restata la sconosciuta
che non ho saputo incontrare
persa in un solo breve attimo
d'una notte spesa
nella sala d'attesa
d'una ormai lontana stazione
di questo mio viaggio
ai margini della fine
Dicembre 1988
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