Scritto da © Lorenzo - Ven, 17/11/2023 - 11:09
"Così Speranza sceglie un punto
di osservazione più basso per riprendere
[...] il Panorama del mio paese,
in un tratto in cui il caseggiato
è più lontano essendosi la lama
un po' allargata [...]
Come accennato, la tensione verso l'alto,
[...] è tripartita oltre che dai campanili
di San Domenico e della Cattedrale, [...]
anche dal massiccio campanile
di san Francesco della Scarpa, quello che
che nello skyline della città segna
il profilo più alto, terminante
col suo bulbo rococò a cipolla"
Emanuele Cazzolla, Francesco Speranza,
Pittore del Novecento, Claudio Grenzi Editore,
Foggia 2023, pagg. 164,165.
Descritta dai cantori quella lama,
pittore del mio borgo conosciuto
pronto a schizzare sui foglietti estivi,
ed un poeta il suono di campane,
le vele e campanili del mio borgo
descrive in lingua madre quei suoi canti,
seduti a meditare su quei luoghi.
Un fosso d'incompiuto corso d'acqua
scendendo dalla murgia fino al mare,
quando la mena riempie arido letto,
regno d'incalliti cercatori
di cicorielle a valle e funghi ai sassi,
quando la pioggia attesa dona frutti,
non solo lumachine su pareti.
E' regno incontrastato di cinghiali,
chiosa il cartello posto sulla strada
che dal mio borgo sale alle matine.
Due ponti sopra il corso di quel fosso
attraversati da generazioni,
il primo porta a scala degli ingegni,
la sede del liceo nel convento
ed il secondo verso borghi interni
posti sulle alture della murgia.
E' l'orizzonte spazio temporale,
grida di locandina dell'evento,
e' degno d'ateneo degli anziani,
com'anche al centro di ricerche urbane.
La linea immaginaria che si sposta
davanti ai nostri occhi di continuo
perchè traverso i sacri luoghi aviti
avviene conoscenza del passato,
per raccontare storia per futuro,
per mezzo d'esperienza del presente.
E' un parco naturale quella lama,
è roba per il cuore per chi l'ama.
Lorenzo 17.11.23
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