Scritto da © Lorenzo - Gio, 13/07/2023 - 06:13
Piaceva al Gran Maestro conosciuto
schizzare con inchiostro i suoi dipinti,
con qualche nota scritta col pennino
per ricordare a studio quello schizzo,
lorquando ritornava sul suo banco
con i colori d'applicare al quadro,
in questo caso il Santo Valentino,
chiesetta posta in Piazza presso Croci,
cinque disposte al centro di due strade.
La prima porta mesta al Cimitero,
lì si fermava un piccolo corteo,
all'imbrunire d'un funesto giorno,
si tratteneva per triste cordoglio
e l'altra, invece, ai campi fuori porta
dell'alta murgia oltre le matine,
campagna d'uliveti e mandorleti
che da pianata arriva alla marina,
dall'acque azzurre fresche e cristalline.
Un campanile a vela sovrastante
chiamava a devozione i residenti
di quella grande piazza dei Caduti,
la pesa d'una volta di derrate
per giusto pagamento sotto l'arco
parete posta fronte al giardinetto,
oculi due sulla fiancata sud,
a dare luce ed aria alla chiesetta
sovrastano quel lato sul piazzale,
con alberi d'abeti a dare l'ombra
a chi riposa stanco le sue membra,
qualche sottano accanto che s'affaccia.
Un tempo a cinque Croci, un'officina,
forgiava i ferri per cavalli e muli,
anni sessanta chiesa parrocchiale,
dal borgo antico trasferita in loco,
dal vicolo che s'apre sotto l'arco
e quella via immette sulla lama.
San Valentino il Santo di febbraio,
tra inverno e primavera intermediario.
Lorenzo 13.7.23
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