Scritto da © Lorenzo - Gio, 20/07/2023 - 06:05
"Caron dimonio, con occhi di bragia, 109
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s’adagia.
Come d’autunno si levan le foglie
l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d’Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo." 117
D. Alighieri, La Divina Commedia,
Inferno, Canto terzo, versi 109-117
Lo chiamano Caronte in terza rima
Caronte indemoniato batte l'astro,
cocente s'introduce sul mio corpo
bruciando testa e piedi ch'è un disastro,
intanto sto fuggendo d'un sol colpo,
cercando il mio rifugio dentro mura
di pietre amiche per il contraccolpo
di fresco che s'attende finchè dura,
sento ronzare le formiche in testa,
nulla in conforto intanto che scongiura,
ma tutto avanza nel contesto e resta
e chissà quando avremo il refrigerio,
per ritemprare il corpo chè m'assista.
Lorenzo 20.7.23
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