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Il Mietitore

Campo di Grano con Mietitore- Pittura di Van Gogh.jpg
Il mietitor cortese si scappella
al mediator padrone dei braccianti,
venuti in convenienza d'altri borghi
 
a lavorar la terra di Lucania,
nei mesi in mezzo ai gradi di calura,
trovavano l'accordo nella piazza
 
presso la porta antica del paese,
fronte ai palazzi nobili del borgo.
All'alba si partiva per il campo
 
di grano già maturo per raccolta,
col proprio mulo oppure col calesse
a gruppi di persone lavoranti,
 
lavoro fatto al sole che cuoceva
le facce d'abbronzati faticanti.
Cappello in protezione ai contadini
 
un fazzoletto bianco alle Signore
per la fatica da mattina a sera,
la falce per tagliare il biondo grano,
 
i lunghi pamtaloni sulle gambe
e guanti di cannuoli sulle dita
per non tagliarsi mano di sinistra,
 
ammesso che la falce fosse a destra.
Sul collo un fazzoletto rosso fuoco
per il sudore a fiumi, per fatica
 
fasci di spighe legate d'altre spighe
le gregne coi covoni verso l'alto,
un intervallo verso mezzogiorno
 
con la cialledda preparata in loco,
il pane e pomodoro con la croce 
pure condito con un giro d'olio,
 
oppure un piatto con la pasta al sugo
se masseria era non lontana.
I mietitori lavoranti in proprio
 
ponevano il mangiare in fazzoletto
grande a bastare per coprire il tutto,
pane e formaggio e un cucumo per bere,
 
un recipiente contenente l'acqua
per dissetarsi lungo la giornata
serbato presso alberi per l'ombra,
 
oppure sotto terra bene al fresco.
La paga pattuita presso piazza
e testimon d'accordo i due pezzoni,
 
pietre squadrate e cupole per cima,
prima un acconto, il resto alla scadenza
con vendita del grano a macinare
 
presso il mulino posto fuori porta,
nel mese del gran caldo a ferragosto
e il mietitor tornava al propio borgo.
 
La paga convenuta cinque o dieci,
lire d'allora e sempre buoni amici.
 
Lorenzo 29.3.22

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