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L'ingaggio

Oggi scrivo una storia di cui non conosco la fine.
Comincio a scrivere su un vecchio quaderno di conti tenuti in sospeso che da sempre è stato nella barca, su cui segnavo le provviste e le cose che servivano a bordo. Sono sceso al porto di Catania per andare a fare provviste, ora abbandonata la spesa sulla banchina e seduto su una panchina, scrivo queste righe chissà perche,  forse per ricordare chi sono e da dove provengo.
Mi chiamo Blaise, sono nato marinaio, vivevo a Marsiglia con una donna italiana, lei, quando partivo, sapeva solo la destinazione. L’ultima volta avevo un ingaggio su un catamarano, destinazione Venezia, la coppia di amanti per cui lavoravo, era francese, il viaggio di andata, fu bello e veloce, vidi il loro amore sulle schiume e nel tramonto di quei giorni di mare. Giunti a Chioggia, un vecchio relitto semi-affondato, danneggiò il fondo della barca, così decisero di dirigersi presso un cantiere per le riparazioni. Dovevo dormire in barca e seguire i lavori, ma la terza sera, non vedendoli venire scesi a terra.
Quella notte, al casinò, persi tutto, anche l’onore.
Quando feci ritorno al cantiere, era mattino ed il Catamarano non c’era ed al suo posto c’era un bi albero greco.
Trovai i pochi bagagli vicino alla guardiola del capocantiere, mentre seduto, sul grosso sacco dov’erano ammucchiati i vestiti, mi sentii chiamare.
Era una ragazza slovena, mi chiese se l’avessi aiutata a legare la cima che l’avrebbe legata di poppa. Fu così che notai i suoi occhi celesti, fu molto gentile, m’invitò a far colazione con lei. Bevemmo il caffè quasi in silenzio e con gli occhi sopra il bordo della tazza, poi ci raccontammo gli ultimi particolari del viaggio che l’aveva condotta in quel porto.
Fu così che seppi da lei che era di nascita Croata, a 12 anni indusse la madre a cacciare il padre libertino ed a sua volta fu cacciata di casa appena compiuta la maggiore età.
Andò prima da amiche e lavorando, finì i suoi studi.
Conosciuto un ragazzo, si trasferirono a Milano per cercare fortuna. Fu la che dopo 10 anni di convivenza, il suo ragazzo le trasmise l’HIV, che a sua volta aveva avuto in dono da una sua ex amante, durante un rapporto non protetto. Pur amandolo, decise di lasciarlo, aiutata da un’amica, dopo tante peregrinazioni, approdo a Venezia, per fare da badante ad una coppia di donne, madre e figlia, questa era semi-paralitica, si muoveva su sedia a rotelle e deambulava, aveva bisogno d’aiuto solo per pochi necessari bisogni. Faceva la spola da sopra a sotto coperta, per prendere il sole mentre leggeva sempre lo stesso libro. Anche lei aveva avuto le sue follie per questo fu abbandonata, prima dal marito e poi dai figli, era stata riaccolta dalla madre, vedova e sola.
L’anziana madre, viveva su quella barca come una vecchia bandiera.
Partimmo quella stessa mattina.

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