Scritto da © Ezio Falcomer - Mer, 13/07/2011 - 13:12
La torinesità sta in questa quasi assenza, in questo nascondimento anepifanico del nativo. La torinesità è un luogo dell'anima, una condizione limite, un procrastinato sine die Cpt per meridionali, veneti e sardi, una categoria acquisita nel patrimonio nordafricano, neroafricano, andino, balcanico, russobianco, ucraino, uraloaltaico e sino-tibetano. La torinesità è setta massonica high, discreta, discretissima vip society super high e sotterranea penetrazione n'drangheta way. La torinesità è una bairensità senza Borges, un paradossale chiasmo che catalizza la pasiòn delle castillane su improbabili seduttori di millantata satanicità da operetta e commedia dell'arte. Dove un gianduia e un bicerin li si può gonfiare fino al livello dello storione del Volga o delle ostriche biscagline. Come dire... il fàssino di Fassino.
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