- Ecco l’isola della Sardegna! ...ecco il Tirreno! ...la costa italiana! ...Napoli non si vede laggiù a destra! ...ed ecco, questa quì sotto è proprio Roma!
L’aereo argentino scese sulla pista come un grosso uccellaccio, ad ali aperte e il becco a scavare il solco dell’estrema rotta. Riportava in Patria un espatriato partito anni fa in disperata ricerca di fortuna nell’eldorado d’America. Riportava un uomo con dentro un’ansia rinnovata di superazione e di gloria, un uomo ricco di tante amare sconfitte subite a denti stretti, ma mai battuto. Era andato via con un povero bagaglio a mano, tornava con qualcosa di molto prezioso: un figlio. Un pezzo di cuore ardente. Un "crack", uno che sapeva portare palla, dribblare, calciare di destro e di sinistro e fare gooool! Tanti gol, decine e decine di gol! Un Maradona II, ecco!..
Misero piede a terra, e l’uomo in blu volle prostrarsi a baciare quel suolo per lui sacro. Il figlio gli rimase in piedi, imbarazzato tra le occhiate, con le due borse sulla spalla. Attraversarono la dogana come stranieri, come extracomunitari, così come alcuni africani, una mezza dozzina di arabi, tre o quattro cinesi, due indios ed un apolide. Il cognome italianissimo dell’uomo in blu per l’agente di guardia al casello non contava un centesimo d’euro. Inutile il battibecco patriotardo, una perdita di tempo e basta. Così dovettero correre con le valigie in mano per cercare di prendere il treno locale che li avrebbe portati alla stazione Termini.
Correre con quel peso non era un compito facile. L’uomo in blu cominciò a sudare e poi ad ansare, sbuffando e schizzando saliva.
- Vamos, viejo! ...dame la maleta, que te la llevo yo!
E il figlio si caricò entrambe le valigie, in modo da fare quegli ultimi metri appena in tempo per imbarcarsi.
- Blog di Vittorio Fioravanti
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