Scritto da © giuseppe pittà - Dom, 25/03/2012 - 18:22
ruberò
Monna Lisa
con l'aiuto della notte
troveremo strade sicure e silenzi complici
nel gioco delle nuove forme al giro di chitarra
dove i segnali saranno costruiti d'acuti esercizi
modellando un sorriso mai più serio e misterioso
nel destino senza folgori di questa nostra storica fuga
ruberò
Monna Lisa
per bruciarne le virtù
e
Ivan
mi canterà
l'alba di un giorno
ancora più nuovo e di sole
e
forse
stringerò
forme di nuvole
dando io stesso il tuo sorriso
nel cielo di questa potente malinconia
dove apro e chiudo tutti i pensieri che ti riguardano
...
niente
o nessuno
o vuoti solfeggi
o candide immagini
racconteranno la tenerezza
di tutti questi sogni i miei sbagli
...
nessuno
o forse niente
o semplici manipolazioni
o cuori depositati altrove d'altri cieli
faranno la difesa dei più crudi veri privilegi
dannaggiando prima di tutti i tempi i miei passi osceni
...
moriremo ancora
forse
si
ma
il cielo di Parigi
brucerà ancora del suo fuoco
accettando la lama di una nuova ghigliottina
dove
poserò il collo senza più timore
per passare alla storia con il duro Robespierre
io che di norma divento salubre in un sogno
con la sacralità di devoto dei malefici
nel sacco del fu Rasputin
nel suo sangue
scorro
nero
...
voliamo
così insinceri
nelle viscere del domani
da interpretare con oculatezza
per non sbagliare la direzione degli oroscopi
così
taglierò
di mille pezzi
la folgore del suo ritratto
la tempesta del suo ultimo addio
il vortice sdegnoso del suo ultimo ritorno
pugnalandomi
di facile emozione
disteso nella stessa vasca
nel bagno ormai vinto della Rivoluzione
e
finiremo
per raccontarci altre favole
quaggiù
dove sussurra con il vento
l'istigazione al respiro
urlandomi da solo
tutta la ferocia
in un destino
da ladro
vero
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