Scritto da © Elisa Anastasi - Lun, 23/04/2012 - 09:36
Suona il violino, suona
la sua musica ammaliante e discreta
le sue note infinite e gradevoli.
Suona.
Suona per me
e io ne sono stregata.
Suona di notte e di giorno
la sua è una sinfonia che pervade le vie uditive e tattili
e i miei occhi sono offuscati da questa incessante melodia.
Solo io riesco a sentirne la musica
che si è impossessata di me
solo io ne resto avvolta al suo interno.
È soave e leggera e mi intriga.
Ma da troppo tempo suona ormai questo cazzo di violino
il suo archetto comincia ad infastidirmi
stridono i suoni seppur ancora seducenti e soffici.
E allora stamattina, come ogni mattina mi sveglierò
mi metterò in piedi
e ascolterò il mio violino
dal suono amabile ma assillante e maledettamente assordante.
Lo ascolterò per tutta la mattina,
mi sdraierò sul letto per farmi invadere pienamente dalle sue vibrazioni
e a mezzogiorno uscirò di casa,
lo cercherò
e prendendolo in mano lo osserverò attentamente.
Per prima cosa gli sfilerò le corde
le avvolgerò con calma e le conserverò.
Poi poggerò a terra questo corpo esanime
e lo spaccherò in milioni di pezzi
saltandoci di sopra
con rabbia e violenza.
Non ne resterà nulla
a parte segatura poco suonante.
Tornerò a casa
conserverò le corde
e continuerò la mia giornata.
Con la mia musica.
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