Scritto da © ilcaffedellapeppin2 - Mar, 27/04/2010 - 23:22
Ieri me ne sono andato: per sempre.
Le falangi hanno ceduto. Non l’hanno potuto sostenere, il peso. Il cielo, com’è precipitato! Soltanto allora ho visto quanto le pareti di quel pozzo fossero tali Scilla e Cariddi, gli spuntoni schiumosi, senza più alcun appiglio.
Tu pure, piccola, avevi puntato piedi, e testa tendendoti come un arco, a farmi inizialmente da ponte sotto il pelo dell’acqua. Che forza.
Una volta cercate le iniziali crepe nel cemento che avrebbero permesso a noi ragni improbabili di artigliarvi qualunque zampa del corpo, sperando nella risalita ci siamo librati con un goffo, ma efficiente ricordo, colpo di reni. Le nostre schiene contrapposte, tenere e audaci, senza mai il coraggio di guardarci, sorridendoci soltanto attraverso uno sguardo fisso alle pareti.
Quell’unica strada, ci sembrò lo specchio attraverso cui continuare, ogni istante, a non perderci di vista.
Le falangi hanno ceduto, quando oltre il parapetto ho intravisto un’ombra.
Non potrò mai perdonarmelo amore. Mio per sempre.
Aho! Ma questa è acqua di pozzo, ci si potrebbero mettere i cocomeri, con il solleone.
Mina- Lui, lui, lui
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