Scritto da © Anser - Mar, 15/11/2011 - 19:37
I ballerini giocano di gambe
nei tanghi [osceni] di Baires,
l’orchestra suona orgasmi di tromba
per ogni frusciare d’occhi.
La mano furtiva trattiene [con tremore acceso]
ritmi d’anca e di respiro.
Ogni dio del cielo è una vecchia puttana
venduta ad altari di ginestre e sale
perché l’amore è altrove, abbandonato
nei ghirigori di sabbia di spiaggia
e uomini e donne alla deriva
aspettano il confondersi di cielo e mare.
[Ed ogni giorno è una frusta a schioccare
taccuini di parole che galleggiano appena].
La musica trattiene l’odio eterno del cielo
come una diga di dolore
[che la morte sorride appena, inginocchiata]
è capovolto Orione a decifrare destini
per ogni vagito di bimbo, per ogni contraria
impalpabile transumanza di cuore.
Quanto, ancora, in questa notte ingessata
in questi bordelli d’aceto, in questi amplessi
che fanno scoppiare sessi e comete
ed inciampano [come profumi di Chanel]
le parole, ad artigliare, penose
ogni possibile contrario di noi.
[E le mani cercano ogni infinito, gettato
tra le ortiche ed un preservativo usato]
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