Scritto da © Anser - Mar, 19/01/2010 - 12:10
«Hai per caso l’e-mail di dio?»
e ti guardavo oltre il velo
di riflessi, amalgamati sul fiume.
Che scorre malgrado ogni gesto
-ed ogni pensiero di silenzio-
e francamente se ne fotte
di questo batticuore.
Sapessi distinguere
-per incidente di distrazione-
ogni bacio da quello prima
metterei in fila parchimetri e comete,
questo rumore d’auto e catrame
che copre il tuo respiro.
«Quale silenzio tra due silenzi
ha il rumore del mare?»
chiedevi senza riflessi d’onda
e i gabbiani erano arancioni
nonostante ogni bianco di neve.
Contavo soldini di pensieri
che scioglievano ipotenuse di sorrisi
-ogni estremo si tocca
nell’angolo acuto del cielo-
e poi, in fondo, eri soltanto tu
le luci accese un segno,
una intuizione di Vincent.
«Pure ci sarà, in qualche luogo
un altro mare, come parola di Hikmet»
tracimato da ingorghi
di semafori e sangue,
una pausa di calma
in questi giorni di vento,
d’immoto stupore.
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