Scritto da © giuliano leandro loy - Mer, 30/01/2013 - 17:35
Vorrei essere in te, e camminare nel viale del tuo destino/
Vorrei essere in te dove giochi geometrici di luce e di ombre formano arcate gotiche di silenzio/
Vorrei ascoltare il tuo respiro che lentamente si lascia nell'abbandono dei sensi, e dove i tuoi sogni rovesciano cascate di speranza e attese, simili a quelle mie/
Vorrei posarmi con impercettibile pressione sulla tua bocca socchiusa, come fossi brezza del mattino che bacia di rugiada le tue carnose labbra/
Distesa accanto a te è la mia essenza, per infondermi nel tuo racchiuso femmineo che riavvolge il tempo tuo di paragone al mio, in ciò che nella fanciullezza lasciammo nel ricordo/
Vorrei fluttuare dentro l'emozione che ti avviluppa i sensi nell'amore, ed immergermi nel desiderio tuo così raccolto e riservato, come fosse acqua che dalla roccia sgorga in flusso misurato/
Vorrei dissetarmi della tua sostanza intima, che nella corsa folle contro il vento che ci fugge tra le mani, mai potremmo mia diletta fermarne il nostro tempo/
Dovrei accovacciarmi in te e ascoltare la parola tua racchiusa in uno sguardo/ I tuoi occhi come in un miraggio di delizia, dove lo stesso tempo si ferma nell'incanto di se stesso/
In ogni istante perduto dell'esistenza tua, una parte di mancata conoscenza in me/
La lontananza non annegò mai un puro sentimento, ma è nella distanza interiore dell'animo che si perde sovente un amore/
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