Scritto da © gatto - Gio, 31/10/2024 - 14:25
Aldo Sisto – Alti e bassi
Genesi Editrice – Torino – 2024 – pag. 185 - € 16,00
Genesi Editrice – Torino – 2024 – pag. 185 - € 16,00
Aldo Sisto è nato a Palagianello, in provincia di Taranto, il 9 ottobre 1934, vive a Torino. Laureato in giurisprudenza, dirigente pubblico in pensione, ha affiancato alla normale attività lavorativa l’approfondimento della filosofia e della filosofia del diritto in particolare, pubblicando nel 1967 un saggio dal titolo L’origine storica del diritto (Editore Ragazzi, Torino). Lo stesso lavoro fu presentato ad un concorso indetto dalla Rivista internazionale di filosofia del diritto, ottenendo il secondo posto.
Partecipa ad attività ricreative di volontariato recitando in scenette e brevi commedie, delle quali egli stesso talvolta scrive i testi.
Alti e bassi, la corposa raccolta di poesie di Aldo Sisto, che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Sandro Gros - Pietro esauriente e ricca di acribia.
Come scrive il critico l’ampia raccolta di Aldo Sisto sembrerebbe dal titolo, Alti e bassi, orientare il lettore verso il genere della poesia comico – realistica di tradizione medievale, per intenderci Cecco Angiolieri, Cielo D’Alcamo, Rustico di Filippo, Folgore di Sangimignano e molti altri ancora, tra i quali, per alcuni aspetti, si potrebbe nominare lo stesso Dante e anche il suo amico Forese Donati.
Emerge dalla lettura delle composizioni del volume un senso di mistero, di sospensione che ha qualcosa di surreale.
Inoltre spesso le poesie hanno qualcosa dell’apologo come quella nella quale l’io-poetante si rivolge confidenzialmente alla luna, rivelandole che è proprio lei l’unico essere che conosce i suoi segreti più intimi e da non rivelare, meglio anche della moglie di Sisto alla quale la raccolta è dedicata.
D’altro canto, per tornare al titolo del libro Alti e bassi si può aggiungere che in queste tre parole c’è anche volutamente la sintesi della condizione umana che appunto è fatta di gioie ma anche di dolori di momenti felici ma anche tristi.
Il volume è composito e architettonicamente ben strutturato e scandito nelle seguenti sezioni: Madre natura, Ohi vita ohi vita mia, In memoriam. Nelle pieghe dell’anima, La fiamma si sta spegnendo, La superna sfera, Del mondo anima e vita è l’amor, Pandemia, Il più e il meno della vita,
Anche in questa brillante prova la poetica di Aldo Sisto si manifesta con un elegante e raffinato lirismo e il poeta riesce a stupirsi e a fare stupire ed emozionare i suoi lettori con accensioni e spegnimenti subitanei nei tessuti linguistici che si dipanano sempre in modo controllato e intrigante.
Anche una vena elegiaca plasma questi testi che tendono stabilmente alla linearità dell’incanto e sono stabilmente connotati da una vaga bellezza nella loro esemplare chiarezza cristallina.
Ovviamente è l’ironia un ingrediente centrale in questi componimenti raffinati e ben cesellati nei quali la gioia che è possibile e che è da ricercare predomina ottimisticamente sul dolore come quando nella poesia Ho bisogno di primavera è la primavera stessa vista e sentita come stagione rigenerante e magica, che sembra portare un risveglio d’amore nell’anima e nei sensi dopo il freddo invernale.
Sicuramente è la natura detta in modo rarefatto e con urgenza il punto di partenza della riflessione di Sisto che come Giacomo Leopardi crede nella possibilità catartica di un salutare naufragio cosmico dell’anima nell’infinito come salvezza.
Partecipa ad attività ricreative di volontariato recitando in scenette e brevi commedie, delle quali egli stesso talvolta scrive i testi.
Alti e bassi, la corposa raccolta di poesie di Aldo Sisto, che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Sandro Gros - Pietro esauriente e ricca di acribia.
Come scrive il critico l’ampia raccolta di Aldo Sisto sembrerebbe dal titolo, Alti e bassi, orientare il lettore verso il genere della poesia comico – realistica di tradizione medievale, per intenderci Cecco Angiolieri, Cielo D’Alcamo, Rustico di Filippo, Folgore di Sangimignano e molti altri ancora, tra i quali, per alcuni aspetti, si potrebbe nominare lo stesso Dante e anche il suo amico Forese Donati.
Emerge dalla lettura delle composizioni del volume un senso di mistero, di sospensione che ha qualcosa di surreale.
Inoltre spesso le poesie hanno qualcosa dell’apologo come quella nella quale l’io-poetante si rivolge confidenzialmente alla luna, rivelandole che è proprio lei l’unico essere che conosce i suoi segreti più intimi e da non rivelare, meglio anche della moglie di Sisto alla quale la raccolta è dedicata.
D’altro canto, per tornare al titolo del libro Alti e bassi si può aggiungere che in queste tre parole c’è anche volutamente la sintesi della condizione umana che appunto è fatta di gioie ma anche di dolori di momenti felici ma anche tristi.
Il volume è composito e architettonicamente ben strutturato e scandito nelle seguenti sezioni: Madre natura, Ohi vita ohi vita mia, In memoriam. Nelle pieghe dell’anima, La fiamma si sta spegnendo, La superna sfera, Del mondo anima e vita è l’amor, Pandemia, Il più e il meno della vita,
Anche in questa brillante prova la poetica di Aldo Sisto si manifesta con un elegante e raffinato lirismo e il poeta riesce a stupirsi e a fare stupire ed emozionare i suoi lettori con accensioni e spegnimenti subitanei nei tessuti linguistici che si dipanano sempre in modo controllato e intrigante.
Anche una vena elegiaca plasma questi testi che tendono stabilmente alla linearità dell’incanto e sono stabilmente connotati da una vaga bellezza nella loro esemplare chiarezza cristallina.
Ovviamente è l’ironia un ingrediente centrale in questi componimenti raffinati e ben cesellati nei quali la gioia che è possibile e che è da ricercare predomina ottimisticamente sul dolore come quando nella poesia Ho bisogno di primavera è la primavera stessa vista e sentita come stagione rigenerante e magica, che sembra portare un risveglio d’amore nell’anima e nei sensi dopo il freddo invernale.
Sicuramente è la natura detta in modo rarefatto e con urgenza il punto di partenza della riflessione di Sisto che come Giacomo Leopardi crede nella possibilità catartica di un salutare naufragio cosmico dell’anima nell’infinito come salvezza.
Raffaele Piazza
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