Scritto da © Franco Pucci - Sab, 18/11/2017 - 11:33
Milano è ora-vienimi a prendere-
ché stasera il nodo che ho in gola
soffoca come la nebbia incattivita
che dal Naviglio sale a Novembre.
Qui il mare ha inzuppato il cuore
e la laguna ha asciugato il sorriso
come passionevole zimarra copre
le cicatrici di un’anima irrequieta.
[i panini sul sagrato -la nostalgia-
e luci etere nebbiose di periferia]
Milano è ora -vienimi a prendere-
ché stasera il ricordo m’inchioda
a queste parole, a questa pagina
a versi irriconoscenti ma sinceri.
Qui ho aggrappato anni sulle ali
di gabbiani -traghetti del futuro-
e ho consumato respiri affannati
rincorrendo chimere attempate.
[quelle domeniche sulla Darsena
l’inganno ai pesci e anni riottosi]
Milano mia -vienimi a prendere-
ché stasera l’imbrunire è l’ulcera
di un’anima zingara e visionaria
il desiderio immalinconito di te.
-che vuoi dirai, tuo è stato il volo-
Lo so, ma piove.
ché stasera il nodo che ho in gola
soffoca come la nebbia incattivita
che dal Naviglio sale a Novembre.
Qui il mare ha inzuppato il cuore
e la laguna ha asciugato il sorriso
come passionevole zimarra copre
le cicatrici di un’anima irrequieta.
[i panini sul sagrato -la nostalgia-
e luci etere nebbiose di periferia]
Milano è ora -vienimi a prendere-
ché stasera il ricordo m’inchioda
a queste parole, a questa pagina
a versi irriconoscenti ma sinceri.
Qui ho aggrappato anni sulle ali
di gabbiani -traghetti del futuro-
e ho consumato respiri affannati
rincorrendo chimere attempate.
[quelle domeniche sulla Darsena
l’inganno ai pesci e anni riottosi]
Milano mia -vienimi a prendere-
ché stasera l’imbrunire è l’ulcera
di un’anima zingara e visionaria
il desiderio immalinconito di te.
-che vuoi dirai, tuo è stato il volo-
Lo so, ma piove.
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