Falling in love (in chat) | Prosa e racconti | Francisca2 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Falling in love (in chat)

E' una storia come tante, nata per caso e... ahimè morta per lo stesso caso.
Una di quelle che a raccontarsi non fa più effetto  perchè consumata  in tempi moderni e con mezzi moderni.
Un pomeriggio piovoso, dell'anno passato, ascoltavo le chiacchiere di amiche all'ora del te, nel salotto che aveva l'aspetto di una accolgliente alcova, in casa di una di queste.
Era un discorso eccitante, considerata l'aria assorta di molte di loro e gli occhi di tutte brillavano,muovendosi ritmicamente tra occhi e bocca di colei che raccontava. Si parlava di computer, di web, di comunità, di profil virtuali e misteriosi, di cui scoprire identità altrettanto virtuali.
All'inizio non capivo, mi pareva cinese, tutto ciò che dicevano e l'idea di star fissa davanti a un pc di certo non solleticava per nulla ne la mia fantasia, sempre gravida di pensieri e sogni da realizzare nel più breve tempo possibile e neppure il mio corpo che vive in un moto continuo, come fosse una formula fisica, un Karma - causa e immediato effetto.
E poi, a 40 anni l'idea di trovarmi un fidanzato virtuale proprio non mi stuzzicava, e dai racconti sembrava che le mie amiche, facessero l'amore con fantasmi mai
visti e conosciuti e la cosa, che ancor più mi sconvolgeva è che con questi ci facevano pure sesso, sempre virtuale si intende, perchè l'idea di incontrarli, questi uomini, non le aveva per nulla sfiorate.
Insomma una ammucchiata disgustosa per di più fantasiosa, una sega mentale collettiva, chiusa nella scatola di un pc che si materializzava negli scritti stampati nel plasma di un monitor.
Mi risultava strano che ne parlassero con tanto entusiasmo, scambiandosi le reciproche esperienze.
Boh! Pensai..... matte!
Per non passare per orsa nè per troglodita, fingevo interesse, ma la partecipazione
verbale da parte mia era ridotta al minimo. Non avevo nulla da raccontare in tal senso, tutt'al più potevo raccontare delle mie vicissitudini con Andrea, che si era rivelato un vero fallimento, e che tanta amarezza mi aveva lasciato in fondo al cuore, che per diversi mesi non volli sentire neppure parlare di uomini.
Donne, gioie e dolori? Non è vero, alcuni uomini sanno fare di più, ma in senso negativo. Scusate sto divagando ma quando si parla di Andrea mi
vengono in mente le peggiori vendette, le più cruente mutilazioni e
deliziose torture, tutto eseguito con la massima soddisfazione, almeno nel pensiero...
 
dunque tornando a noi, raccontare la mia storia con Andrea
era assolutamente superfluo, conoscevano già tutto, in maniera dettagliata,
e sollevata dall'idea di non esprimermi, continuai ad ascoltare, silenziosa.
La serata si concluse più o meno piacevolmente e ciascuna poi tornò all'ovile.
Lungo la strada ricordo di essermi fermata davanti ad un mega-negozio di articoli elettronici e la varietà di oggetti digital...come si chiamano, era
veramente e sorprendentemente esagerata.
La notte a letto mi sorpresi con un unico persiero che aveva scalzato
l'ombra di Davide pardon, Andrea.
Un computer tutto per me.
Ho navigato anche io nel mese di luglio, immobile a casa mia, e ogni tanto subivo scossoni violenti, iscritta in una community, con silouette che
volevano offrirmi un caffè o portarmi direttamente a letto. Alternativa? Non
c'era.
Quando un giorno capitò una cosa straordinaria, un uomo che da me non
cercava nulla, non mi chiedeva alcunchè anzi in cambio donava lacrime e
sorrisi, tutto ciò che aveva e nessuno poteva togliergli.
Mi ritenni assolutamente fortunata.
Ne fui istintivamente felice e dopo uno scambio intenso e giornaliero di
messaggi, mi pareva d'esser tornata indietro nel tempo, all'amor cortese
alle storie fatte di lettere piene di ardore e di poesia, profumate di mazzi
fiori che Lui, conoscendone il significato, mi donava virtualmente e
puntualmente.
"Ecco" mi dissi "questo è lo stupore di cui parlavano le mie amiche".
Venne settembre e dopo due mesi di coccole e poesie scambiate attraverso i
messaggi sui cellulari e sulla posta elettronica, mi telefonò, voleva vedermi.
Il tempo era maturo, non potevo sottrarmi all'evento, lui mi incuriosiva molto e cominciavo a volergli bene.
Lo incontrai la prima volta al centro città e al primo sguardo, fu subito colpo di fulmine, ne era valsa la pena. Non  mi sentii in imbarazzo, tra noi
c'era un'affinità elettiva. Le nostre menti si erano conosciute prima dei
nostri occhi, che ora si perdevano gli uni dentro gli altri. Lo sognavo, ne ero perdutamente innamorata, la sua presenza dentro me era un pensiero
costante... L'UOMO DELLA MIA VITA.
Già l'uomo per la vita,
quale vita?
La vita di chi?
Non certo la mia.
Più io mi innamoravo più lui si allontanava, sembaravamo due poli identici, che perdutamente si respingevano
solo rigetto, mai attrazione da parte sua, chiaro.
Un giorno mi disse che aveva problemi, che con me non esistevano
prospettive, che in quel momento sentiva dentro una confusione paurosa che
non gli permetteva di prendere nessun tipo di decisione.
Mi sentii improvvisamente svuotata,inutile per tutto il sentimento che provavo per lui.
Allora, ho capito che era un coniglio, che nulla chiedeva pur donandosi,
che non si sarebbe mai impegnato più di tanto concedeva a tutte le donne le stesse cose, diceva a tutte le stesse parole, dolcezze
e  sentimenti gratuiti, ma quando l'altra parte si affezionava troppo, lui si
allontanava, scaricandola.
Solo un gioco per mettere alla prova le sue capacità teatrali, il suo essere istrione a tutti i costi.
Bravo all'attore applausi senza bis, per l'amor del cielo.
All'uomo, a quell'uomo, voglio dire "sei stato di latta , vali meno di niente, poveretta
colei che cadrà, mentecatta, tra le reti della tua vita fatta di menzogne.
DA QUEL GIORNO NON MI SONO AVVICINATA PIU' A UN P.C.
Per me la tecnologia può anche smettere di esistere
P.S.
ad onor del vero non mi ha mai detto "voglio vivere la mia vita con te"
ma con il suo atteggiamento mi ha ingannata.
 

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